Brescia senza carbone entro il 2022: A2A investe 70 milioni di euro
Brescia, prende forma e slancio il percorso di decarbonizzazione del sistema energetico: al via un impegnativo piano investimenti da 70 milioni di euro che punta a sostituire progressivamente il calore attualmente prodotto dalla Centrale Lamarmora con combustibili fossili (carbone e gas) con fonti più “green” e a migliorare complessivamente le prestazioni ambientali.
A presentare il piano (“Brescia al futuro. Il piano di decarbonizzazione di Lamarmora”)
sono stati oggi Emilio Del Bono, sindaco di Brescia, Valerio Camerano, amministratore delegato A2A, Giovanni Valotti, presidente A2A, Miriam Cominelli, assessore all’Ambiente del Comune di Brescia.
Il piano, che si svilupperà in più fasi nell’arco di un quadriennio, consentirà di conseguire importanti benefici ambientali e il risparmio di 15mila TEP (tonnellate di petrolio equivalenti) l’anno pari al consumo di oltre 26mila autoveicoli. Al termine dei lavori, il sistema energetico sarà pronto per la prima stagione termica senza carbone, nell’ottobre 2022 e rappresenterà uno standard ambientale di assoluta eccellenza a livello europeo.
Fondamentale è l’identificazione di altre fonti più “green”, che possano sostituire il calore attualmente prodotto dalla centrale, quali – ad esempio – il recupero e il riutilizzo di calore industriale (prima disperso nell’ambiente) dalle acciaierie, avviato con il progetto pilota di Ori Martin e che oggi copre il fabbisogno annuo di 2.000 famiglie.
Queste le principali azioni del Piano:
- accumuli termici per il teleriscaldamento: saranno realizzati tre nuovi serbatoi per l’accumulo dell’acqua calda per una capacità complessivi di 10mila metri cubi presso la Centrale Lamarmora e la Centrale Nord; consentiranno di accumulare il calore prodotto nelle ore fuori picco e utilizzarlo quando c’è maggior domanda, migliorando l’efficienza del processo; il completamento è previsto nel 2019 per la centrale Lamarmora e nel 2020 per la Centrale Nord
- campo solare presso la Centrale Lamarmora: un impianto fotovoltaico, da 250 KW per una superficie di 1.500 mq, sarà installato entro l’estate 2020 presso la centrale Lamarmora per alimentare le pompe del teleriscaldamento riducendo i consumi
- potenziamento DeNOx della Centrale Lamarmora: entro il dicembre 2019 sarà in funzione uno nuovo sistema ad altissima efficienza per abbattere ulteriormente gli ossidi di azoto, già molto al di sotto dei limiti di legge
- recupero calore industriale: entro il 2021 si conta di collegare alla rete nuove fonti disponibili sul territorio, recuperando annualmente 60 gigawattora di calore da processi industriali che andrebbe altrimenti disperso.
Accanto a ciò, fondamentale sarà anche la realizzazione della cosiddetta “flue gas cleaning condensation” al termoutilizzatore, progetto previsto nel Piano industriale della Business Unit Ambiente di A2A: la realizzazione di questo investimento consentirà sia di migliorare ulteriormente le già ottime prestazioni ambientali dell’impianto (tanto che per alcuni parametri come HCl-cloruro di idrogeno e SO2-biossido di zolfo si potrà parlare di “emissioni zero”), sia di incrementare l’efficienza di recupero energetico, mettendo a disposizione della rete di teleriscaldamento circa 150 GWh/anno di calore aggiuntivo ad impatto ambientale nullo, perché verrà generato senza aumentare i quantitativi di materiale trattati e contestualmente riducendo le emissioni.
Con il piano di decarbonizzazione, oggi presentato, sarà possibile ridurre ulteriormente del 50% le emissioni di ossidi di azoto, del 40% le polveri e del 90% le emissioni di zolfo rispetto all’assetto attuale, in passato oggetto di costante miglioramento.
L’impegno nel tempo di A2A
La sezione cogenerativa della Centrale Lamarmora rappresenta oggi, dopo il termoutilizzatore, la seconda fonte di generazione del calore per la città e produce ogni anno tra il 25 e il 30% dell’energia distribuita dalla rete di teleriscaldamento.
Il sistema di teleriscaldamento di Brescia è stato riconosciuto dalla Commissione Europea, in suo recente studio, come un esempio di eccellenza a livello europeo (ref. Efficient district heating and cooling systems in the EU – Case studies analysis, replicable key success factors and potential policy implications – December 2016).
Tra i fattori chiave di successo lo studio individua, tra gli altri, la sostenibilità ambientale, dato che il sistema evita ogni anno l’emissione in atmosfera di oltre 400 mila tonnellate di CO2 e il consumo di oltre 150 mila tonnellate equivalenti di petrolio, l’utilizzo di risorse energetiche locali (termovalorizzazione e recupero del “surplus heat”) e la competitività dei prezzi.
Negli ultimi anni A2A ha investito oltre 40 M€ in interventi di miglioramento dei presidi ambientali della Centrale Lamarmora: in particolare, la centrale è stata interessata all’installazione di un nuovo sistema DeNOx per la riduzione degli ossidi di azoto e da interventi di potenziamento dell’esistente impianto DeSOx e del filtro a maniche.
L’impianto già oggi non solo rispetta i limiti di emissione attuali, ma è in grado di rispettare anche quelli futuri in relazione all’attesa evoluzione normativa: oggi l’incidenza della Centrale Lamarmora – come peraltro quello del termoutilizzatore – ai parametri che misurano la qualità dell’aria a Brescia è trascurabile rispetto a quella di altre fonti emissive ben più rilevanti, in primis i trasporti e il traffico veicolare.
La sala di controllo e telegestione dell’impianto, inoltre, è stata completamente rinnovata, grazie ad interventi di digitalizzazione ed ammodernamento (25 km di fibra ottica posati e 2.700 i punti di elaborazione tra segnali, comandi e misure) che garantiscono semplificazioni tecniche, velocizzazione dei processi e miglioramento del monitoraggio e delle performance.
Nel suo complesso A2A ha investito, negli ultimi dieci anni, 140 milioni di euro per il continuo aggiornamento degli impianti del sistema energetico bresciano, con significativi benefici che avevano già conseguito diminuzioni delle emissioni: -71% ossidi di azoto, -87% polveri, -91% ossidi di zolfo (dati 2017 rispetto al 2005).v