Perché i bresciani sono razzisti e le bresciane facili? BRESCIA VISTA DA GOOGLE
Brescia, terra di imprese e di cultura, di altruismo e di ricchezza nascosta nelle abitazioni. La leonessa, come molti altri posti del mondo, è un insieme di contraddizioni. Per chi la vive e chi la frequenta la città rivela molte sorprese e sono in molti a confessare che – dopo averla visitata – si sono dovuti ricredere sulla sua presunta “bruttezza” (tra questi anche il presidente del Brescia Calcio Massimo Cellino).
Ma i bresciani e le bresciane come sono? O meglio: come vengono percepiti fuori? Per dare una risposta il metodo più immediato è quello di interrogare Google: non nei risultati, ma nelle opzioni di completamento automatico che vengono fornite agli utenti quando si effettua una data ricerca, che rivelano le intenzioni più frequenti su una data chiave. E le sorprese non mancano.
PERCHE’ I BRESCIANI SONO…
Chi digita la chiave di ricerca “Perché i bresciani sono” (attenzione: per avere risultati credibilli è opportuno effettuare il passaggio in navigazione anonima) lo fa essenzialmente aggiungendo tre aggettivi. Il primo è “freddi”, attributo che chi ha amici provenienti da altre città, in particolare del Sud, si sente ripetere molto frequente. Ma è curioso notare come numerose ricerche sul web indicano l’esatto opposto, scegliendo l’aggettivo “simpatici”. Nessuna compensazione, invece, per la terza espressione più utilizzata nelle ricerche: “Perché i bresciani sono razzisti?”, evidentemente frutto dello stereotipo per cui i nostri concittadini sarebbero ignoranti e votati solo all’egoismo del profitto personale.
E’ curioso poi notare come le ricerche siano ben diverse da quelle relative ad alcuni territori vicini, come Bergamo, come si può osservare dall’immagine qui sotto.
PERCHE’ LE BRESCIANE SONO…
Chi digita la chiave di ricerca “Perché le bresciane sono” su Google aggiunge essenzialmente un solo aggettivo, che è “facili”. Anche in questo caso la ragione è semplice e motivata da una leggenda metropolitana maschilista – purtroppo ancora molto diffusa in Italia – secondo la quale le ragazze della leonessa sarebbero di facili costumi. In Brianza, solo per fare un esempio, esisterebbe ancora l’espressione “una sgancia di Brescia” per indicare una donna facile, mentre nella Rimini dei vitelloni si favoleggia che quando i playboy rivieraschi giocavano a conquistare le turiste attribuendo un punteggio alla difficoltà dell’operazione le bresciane erano quelle di minor valore. La spiegazione? Difficile rispondere, ma secondo alcuni la leggenda potrebbe essere vecchia di decenni e “giustificata” dal gran numero di case di piacere attive nella provincia prima della legge Merlin.