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Brescia sotto le bombe (1940-1945) | MOSTRAMI UNA MOSTRA / 58

di Enrica Recalcati – Una mostra a Palazzo Martinengo curata da Elena Pala e Roberto Chiarini che accompagna nella conoscenza di fatti storici chi non era ancora nato e al ricordo drammatico chi li ha subiti, in un viaggio terribile ed emozionante, cruento e ricco di umanità.

Fotografie, filmati, racconti e testimonianze di accadimenti che hanno segnato in modo indelebile la nostra bella città.  Le vittime moltissime, più di 1300 in tutta la provincia, 430 solo nel capoluogo, ci mostrano quanto sia stata ferita la città e quanto dolore abbia portato la guerra.  Corpi sepolti sotto le macerie, case sventrate, vicoli dall’aspetto spettrale, sguardi increduli e visi tirati, tipici volti di miseria e disperazione. Tutto è documentato con attenzione e coerenza, nulla è dimenticato.  A partire dalla metà degli anni Trenta l’Italia di Mussolini già presagisce la guerra.  Nel 1935, con la guerra d’Etiopia, il duce si illude di costruire un “Impero” e l’anno successivo sostiene il dittatore Francisco Franco nella guerra civile spagnola, contribuendo alla destabilizzazione e alla militarizzazione di tutta la Nazione.  Brescia, per volere del Ministero dell’Interno, nell’agosto del 1934, diviene sede di un Comitato di Protezione Antiaerea, deputato alla difesa passiva della popolazione. Il Comitato istruisce i cittadini attraverso esercitazioni e propaganda muraria, impone la costruzione di rifugi sia casalinghi che pubblici, anche nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche e nelle scuole. Viene protetto il patrimonio artistico bresciano con rinforzi in legno, muratura e sacchi di sabbia, le opere pittoriche più importanti e i libri vengono trasferiti in provincia in depositi sicuri, come quelli di Padernello ed Erbusco.  Oltre a Brescia saranno bombardati parecchi paesi come Ghedi, Anfo, Breno, Edolo, Bagnolo, Salò, Gargnano, Gardone, Gavardo, Marone. In questo contesto di forti tensioni, Giovanni Battista Montini, oggi Santo Paolo VI, allora impegnato nella Segreteria di Stato Vaticana scrive un’accorata lettera al vescovo di Brescia Giacinto Tredici, affinché si prodighi per evitare a Brescia il dolore e l’umiliazione dei bombardamenti. Montini prega il Vescovo di fare il possibile per non permettere che Ministeri e uffici governativi siano traferiti in città, facendo diventare Brescia un bersaglio appetibile. «…Mi pare che Autorità ecclesiastiche e civili della Città dovrebbero fare ogni sforzo per evitare l’eventualità di così tragica sorte…» scrive Montini e aggiunge in fondo alla lettera «…Voce superflua, immagino, la mia…».  Intanto il conflitto rende le famiglie sempre più povere.  Manca il cibo, vestirsi diventa proibitivo, l’energia elettrica è frazionata, i mezzi di locomozione distrutti o non utilizzabili per mancanza di combustibile. La Repubblica Sociale italiana vorrebbe far credere che la vita sia la stessa di sempre e che la disgrazia della guerra sia dovuta agli alleati e ai partigiani, descritti come gangster e banditi.  La tecnica classica imperialista della paura, creare il disordine per promuovere un ordine nuovo che non è ordine, ma dittatura. Slogan sui muri, volantinaggio, famoso il motto “Taci, il nemico ti ascolta!”, nel tentativo di tenere la popolazione sotto controllo e sedare i fermenti di ribellione al regime. Nel Paese cresceva il malcontento, diminuivano i consensi per Mussolini, dando forza alla Resistenza. La mostra è ancora più ricca grazie alle numerose testimonianze di cittadini bresciani, che hanno portato cimeli e racconti durante gli incontri “Collection Days” organizzati dal Giornale di Brescia.  La memoria dei bresciani si è dimostrata viva e attenta e questa occasione speciale ha contribuito a rimuovere in molti l’oblio del ricordo doloroso, tipico dei sopravvissuti che spesso non hanno voglia di raccontare il dolore visto e provato. Per ricordare quei morti il Comune ha dedicato loro il monumento “La spirale della memoria”, progettato dall’architetto Giulio Andreoli.  Nella parte alta, che ascende verso il cielo, sono incisi i nomi delle vittime, in basso sono raffigurati gli edifici storici devastati dalle bombe. La “spirale” si trova in Piazza della Repubblica, vicino all’ex Palazzo dei Sindacati, anch’esso obiettivo di bombardamento.  Un’occasione imperdibile anche per le scuole, una mostra dove si può capire e studiare la storia.  Infatti, insieme al catalogo ufficiale della mostra è stato pubblicato anche un baby catalogo “Brescia sotto le bombe (1940-1945) con gli occhi di un bambino”, dove le parole scritte dagli alunni della 1aE della scuola secondaria di primo grado di Pezzaze fanno da filo conduttore ai visitatori coetanei. Un pregevole progetto didattico messo a punto da Cesare Rivoltella che coinvolge parecchie scuole interessate a visitare la mostra.   Testimonianze, fotografie mai viste, acquisite dagli archivi o spontaneamente prestate, rendono questa mostra un importante momento di riflessione sul nostro passato, perché il ricordo sia monito per la nostra quotidianità.

Brescia sotto le bombe (1940-1945)

Palazzo Martinengo

Via Musei, 30

Fino all’11 novembre

Giovedì e venerdì dalle 15 alle 18

Sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19

Ingresso libero

www.bresciasottolebombe.it

Per le scuole interessate: info@bresciasottolebombe.it

Mob. 3318547907

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Sartori, il viaggio dell’erranza | MOSTRAMI UNA MOSTRA / 57

GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA DELLA MOSTRA

Brescia sotto le bombe, la mostra - foto di Enrica Recalcati per BsNews.it
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Redazione BsNews.it

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