L’Italianissima mostra del MuSa di Salò | MOSTRAMI UNA MOSTRA / 51
di Enrica Recalcati – Venerdì 13 aprile, in una inaspettata giornata di sole, col golfo salodiano splendido e lucente, in modo ostinato e contrario alla superstizione popolare, al MuSa di Salò è stato tagliato il nastro di Italianissima. Un mostra fortemente voluta dal direttore Giordano Bruno Guerri, dalla Amministrazione comunale condotta dal sindaco Gianpiero Cipani e dalla Regione Lombardia rappresentata dal nuovo assessore alla Cultura Stefano Bruno Galli.
La mostra curata da Giovanni Lettini, Sara Pallavicini e Stefano Morelli, resa possibile grazie al generoso prestito del Museo del Novecento di Firenze, è frutto di unantica storica donazione del mecenate e collezionista Alberto della Ragione, che decise di acquistare le opere dando segno di grande umanità e sensibilità artistica tanto da essere definito in vita, dagli stessi artisti, «Sposo, padre, fratello» Per la prima volta dunque in mostra fuori dalla sede fiorentina, 80 opere di artisti quali: Birolli, Campigli, Carrà, Casorati, de Chirico, de Pisis, Fontana, Guttuso, Maccari, Mafai, Manzù, Marini, Manzoni, Marussig, Migneco, Paresce, Prampolini, Rosai, Scipione, Savinio, Vedova. Senza dimenticare la storia del nostro Novecento, ma fuori dalla politica, privilegiando larte in senso stretto e la bellezza, Giordano Bruno Guerri precisa: «Si desidera così raccogliere la medesima sfida, attraverso questa esposizione che, ripercorrendo i fervori ed i fermenti dellarte italiana tra le due guerre, vuole farsi attenta riflessione di tutte quelle tappe fondamentali per gli sviluppi dellarte nazionale e internazionale di questo secolo». Tema importante è la ricerca di nuove forme despressione attraverso larte del secolo scorso, come ad esempio Concetto Spaziale di Lucio Fontana, Achrome di Piero Manzoni e un particolare disegno di Alberto Savinio, tre opere provenienti da collezioni private.
Il percorso espositivo, reso ancor più suggestivo dalla pavimentazione arricchita dalle Resine Gobbetto (sponsor lAzienda milanese di Giancarlo Gobbetto), è diviso in otto sezioni: Ora et labora, dove si affronta la relazione fra lavoro e preghiera; Il volto santo, la sezione dedicata ai ritratti e alla nuova estetica; Paradisi perduti, il paesaggio italiano nella vita e nellanima di tutti noi; Sacri riti, relazione fra solennità e sacralità del credo religioso e rituali comuni come lo sport e il gioco; Scenografie urbane, la teatralità di nuove forme di architettura e ambiente per rivelare un alternativo concetto di spazio; Presagi. il sentire gli eventi futuri con la sensibilità fine del mistero, quasi magia; Natura viva, la presenza di vita e il suo messaggio esistenziale attraverso la pittura delle nature morte; Guardami, nudi di femmine in vaie pose, dove sacrificio, estetica e anima si fondono alla fonte di una continua e ossessiva ricerca del bello. Inoltre nellultima sezione espositiva il MuSa, in collaborazione con la Civica Raccolta del Disegno di Salò, mostra una preziosa selezione di opere che svelano il percorso intimo e spontaneo di ricerca degli artisti, sezione magistralmente curata da Marcello Riccioni. Mi soffermo ad ammirare Omino nella strada di Ottone Rosai, poche pennellate asciutte e svelte, capaci dinvitare ad una riflessione importante sulla solitudine. Massimo Campigli con Figura di donna, donna eterea, quasi intoccabile, antica come potrebbe essere una donna etrusca, ma tangibile nel suo sguardo triste e basso. Donna in bleu di Virgilio Guidi invece mi appare concreta e pesante, senza volto, un invito a farsi domande. Il rosa di Pio Semeghini in Tetti rosa capace di sentimento, di leggerezza per planare dallalto sulle cose rendendo il paesaggio estremamente poetico. Il desposto di Tullio Garbari un Cristo alla Masaccio proiettato in una modernità particolare, originale e nuova. Achrome può solo emozionare, un vello di fibra artificiale, bianca e lanosa, realizzato da Piero Manzoni. Con le donne discinte di Renato Guttuso è facile immaginare le vite di queste femmine tra sacrifici e problemi. Emilio Vedova in Composizione mi rimanda allastrattismo puro e matematico, un nero e rosso, che parla.
La cultura rende liberi e dà benessere, aiuta a sconfiggere i fantasmi malinconici della vita, richiama alla poesia, allamore, alle riflessioni importanti del nostro essere uomini e donne consapevoli di esistere. Ne sono ben convinti il MuSa e lAmministrazione comunale di Salò che con tenacia e passione promuovono eventi indimenticabili.
Italianissima, la mostra
MuSa Via Brunati, 9 Salò
Aperta dal 13 aprile al 9 dicembre 2018
Tutti i giorni (eccetto 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre)
dalle 10 alle 19 in aprile, maggio, ottobre novembre e dicembre
dalle 10 alle 20 in giugno, luglio, agosto, settembre
biglietto intero euro 14
ridotto euro 11 ( studenti, over 65)
ragazzi (dai 7 ai 18 anni) euro 7
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