Dati dell’occupazione: a Brescia più lavoro di prima della crisi
Il tasso di occupazione segna il sorpasso rispetto al massimo pre-crisi. Anche a Brescia, che risulta tra le migliori dieci province dItalia per questo importante indicatore.
“Il mercato del lavoro è trainato dalle piccole e medie imprese, capaci di ritrovarsi e al contempo di rafforzarsi. Con i numeri relativi all’occupazione della nostra provincia che finalmente superano la pesante caduta dovuta a lunghi anni di crisi e che si attestano per la prima volta a livelli superiori rispetto ai massimi del 2008” commenta così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti i risultati emersi dall’ultimo studio targato Confartigianato che ha elaborato gli ultimi dati Istat disponibili.
Nel dettaglio, le province con un tasso di occupazione del 2017 di almeno mezzo punto superiore al massimo pre-crisi sono: Venezia (+4,1 punti), Livorno (+2,7 punti), Bolzano (2,5 punti), Pisa (+1,4 punti), Lecco (+2,2 punti), Arezzo (+1,4 punti), Trieste, Piacenza e Pordenone (+1,2 punti), Brescia e Roma (+1,0 punti), Trento (+0,9 punti), Brindisi, Siena e Matera (0,6 punti) e Firenze (+0,5 punti); fuori dal tunnel anche Belluno, Torino, Biella, Avellino e Bergamo. Brindisi, Matera ed Avellino sono le sole province del Mezzogiorno ad essere uscite dalla crisi.
Nello specifico della nostra provincia, il tasso di occupazione a Brescia nel 2004 era del 64,7%, nel 2008 raggiunge il massimo al 65,1%, superato per la prima volta a fine 2017 assestandosi sul 66,1% della popolazione tra i 15 e 64 anni. Un andamento positivo trainato dalle piccole e medie imprese, con un tasso di creazione di posti di lavoro quasi doppio rispetto alle imprese medio grandi. È ciò che vale per Brescia, che risulta in performance positiva, decima provincia dItalia insieme a Roma (+1,0 punti), seconda in Lombardia (+0,4 punti) seconda dietro alla provincia di Lecco (+ 2,2 punti).
“Il nostro tessuto produttivo ha saputo trovare una strada di rafforzamento. Innovando e sfruttando le opportunità messe a disposizione anche grazie al tramite delle associazioni di categoria. Nonostante questo prosegue il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti risultano ancora non coperte figure particolarmente richieste dallartigianato. Tra queste prevalgono 19 figure professionali, profili riferiti in particolare a processi di investimento sostenuti dagli incentivi di Impresa 4.0 e che ci aspettiamo possano essere formati e andare a soddisfare le richieste del mercato”.
Tra queste figure, come emerge dallo studio di Confartigianato su base del sistema Excelsior, risultano più difficili da reperire, con una quota più che doppia della media del 21,5% rilevata per il totale delle imprese, le seguenti figure professionali: Tecnici programmatori (difficoltà di reperimento del 57,0%), tecnici esperti in applicazioni (55,6%), Analisti e progettisti di software (55,5%), Tecnici meccanici (55,3%), Elettrotecnici (54,9%), Ponteggiatori (53,7%), Altre professioni tecniche della salute (52,3%), Tecnici della produzione e preparazione alimentare (51,9%), Attrezzisti di macchine utensili e professioni assimilate (51,4%), Sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai (51,1%), Ingegneri energetici e meccanici (50,8%), Tecnici elettronici (50,6%), Operai addetti a macchinari per la filatura e la bobinatura (50,2%), Saldatori e tagliatori a fiamma (48,8%), Disegnatori industriali e professioni assimilate (47,1%), Conciatori di pelli e di pellicce (44,4%), Specialisti di saldatura elettrica e a norme ASME (44,1%), Operai macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali (43,2%) e Tecnici della produzione manifatturiera (43,1%).