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Brescia Pride, è polemica: 18 i Comuni aderenti, ma la Loggia non c’è

Sono 18 i Comuni bresciani che hanno deciso di aderire al Brescia Pride, ma tra questi – nonostante la petizione lanciata on line – non c’è il capoluogo, né c’è la Provincia. Con una nota, infatti, gli organizzatori dell’iniziativa dedicata ai diritti Lgbt elencano le realtà amministrative che li hanno sostenuti (anche se sul sito ufficiale le adesioni non coincidono con quelle dichiarate nel comunicato) e riferiscono di aver ricevuto il rifiuto al patrocinio da parte della Loggia e del Broletto. “Marceremo a testa alta, dimostrando che i #dirittiugualipertutti non sono una richiesta ‘politica’, ma uno scontato dovere istituzionale”, sottolineano gli organizzatori. Ed è già polemica, a sinistra come a destra, è già aperta.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO

Oggi, a pochi giorni dal primo pride di Brescia, il sindaco Del Bono ed il Presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli ci hanno comunicato che negheranno il patrocinio al corteo in quanto come istituzione non possono patrocinare manifestazioni politiche, al contrario dei diciotto comuni della provincia che ad oggi hanno dato la loro adesione al nostro progetto.

Ringraziamo dunque i comuni di Botticino, Bovezzo, Braone, Caino, Cerveno, Collebeato, Darfo Boario Terme, Losine, Lozio, Malegno, Moniga del Garda, Nave, Odolo, Padenghe sul Garda, Paspardo, Provaglio d’Iseo, Roè Volciano, Rovato e tutti quelli che ancora si aggiungeranno per l’aiuto dimostratoci con le adesioni, chi dal Comune chi dalle Commissioni e ci prepariamo ad essere uno dei pochi Pride non patrocinati dal Comune in cui avrà luogo.

Ringraziamo la Provincia, la Commissione Pari Opportunità e il Comune per il sostegno ad alcuni eventi, ma riteniamo che il patrocino di quest’ultimo alla manifestazione sarebbe stata la degna conclusione di un magnifico percorso durato 6 mesi, che ha di fatto unito la città e che continuerà a farlo il giorno del corteo, nonostante l’assenza delle istituzioni. Marceremo a testa alta, dimostrando che i #dirittiugualipertutti non sono una richiesta “politica”, ma uno scontato dovere istituzionale.
Quando questo dovere sarà assolto, tutti e tutte avremo fatto un passo in avanti verso il benessere come persone e come cittadini.

Fino ad allora, ci sarà ancora più bisogno di scendere in piazza per dimostrare che siamo tutti e tutte uguali, e come tali meritiamo di essere trattati.

– Comitato Brescia Pride

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Redazione BsNews.it

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