Con una lunga nota pubblicata su Facebook anche l’ex assessore Claudio Bragaglio interviene sulla questione dell’indagine del Sole 24 Ore che indicherebbe un drastico calo di consenso per il sindaco Emilio Del Bono. Bragaglio, in particolare, invoca un rimpasto di giunta.

ECCO IL TESTO INTEGRALE

Come molti ho letto i vari commenti, tra intelligenti, scontati, depressi…e quelli ringalluzziti dell’opposizione all’attacco in Loggia. Tra i tanti consiglio – già fin dal titolo: “Bocciatura o assist. Dipende da lui” – quello di Marco Bencivenga di Bresciaoggi, del 17.1.2017, che a mio parere merita attenzione.

Ho avuto modo di dire già alcune cose al Sindaco Del Bono e, dopo la lettura di vari commenti, mi confermo nelle mie opinioni. Anche senza dar troppo peso alla certezza dei numeri, ma – questo sì – cogliendo politicamente il segnale. Opinioni che riprendo ed allargo.

a) Sono convinto che a metà consiliatura fosse necessario il cambiamento di alcuni Assessori non all’altezza della sfida di governo messa in campo dal Sindaco. Quindi è stato un errore non averlo fatto e di aver traccheggiato.

b) Non ho apprezzato l’intervento di Del Bono, fatto tempo fa, alla Pallata quando, toccando varie corde (del disinteresse personale, intimiste, familiari, esistenziali…) dette però – pur tra scrocianti ed affettuosi applausi – un segnale di incertezza sulla sua ricandidatura. Ma chi guida non può che guidare e possibilmente non sbandare.

c) In generale non mi sembra salutare la scelta di contornarsi di persone nelle quali si cerca più il conforto dell’assenso che il massimo ed il meglio della politica cittadina.

d) Credo invece necessario che, proprio partendo da questo segnale, la reazione di Del Bono possa ed auspicabilmente debba essere quella di buttare alle ortiche ogni pur comprensibile sua amarezza e dare delle risposte precise: la prima è la sua ricandidatura. Chiara e determinata. Fatta proprio ora. Con coraggio e convinzione, e non affidata al pendolo inattendibile dei sondaggi e degli amici che si dan da fare, ma come interessati…aruspici.

e) Rinviare questa decisione significa soltanto legittimare quel che non è, ovvero la fondatezza e l’insidiosità di quel numero. A maggior ragione sapendo per certo della sua convinzione dell’ingiustizia e dell’inattendibilità – cosa di cui son convinto anch’io – di quel meno 7.5%.

f) Quel dannato risultato aritmetico va affrontato non (come ho sentito) facendogli inutilmente le pulci, tantomeno con gli impacchi antidolorifici di amici non disinteressati e di consigliori, ma dando una risposta politica, forte, convinta ed a tutto tondo.

g) Pensare di arrivare quasi inerzialmente alla campagna elettorale, così come ci si trova oggi, è un errore da non compiere. Come s’è fatto, e bene, quando si era all’opposizione di Paroli, il PD cittadino deve fin d’ora mettere in campo l’iniziativa propria, politica e di programma, sulla seconda fase che non può essere soltanto la prosecuzione fotocopiata della prima. Il salto del ’18 richiede la rincorsa già fin d’ora. Adesso.

h) Un PD che non sia solo la rete di protezione degli Assessori, ma il di più ed anche il diverso in città che la sola Giunta e lo stesso Consiglio oggi rappresentano solo in parte. E’ un errore pensare che tutta la politica cittadina si riassuma solo nella Loggia. E che il PD segue poi come l’Intendenza.

i) Anche lo schema delle alleanze del futuro non sarà la fotocopia di quattro anni fa. Molto è cambiato in fatto di rappresentatività reale, personale e sociale anche delle liste e dei protagonisti di allora, alleati del PD.

j) L’assist vero da cogliere non sta quindi nel consolarsi per gli errori del Panel del Sole 24 Ore, nella forza delle pacche sulle spalle per incoraggiare Emilio, neppure nella convinzione che ben governando (si pensi al povero Fassino a Torino) basti per vincere, nello stringersi a coorte degli amici… vicini…vicini…, ed in altre simili amenità.

k) Sta in un di più di politica, di dibattito, di confronto vero, di iniziativa in campo civico, culturale e sociale, oggi un po’ asfittica anche nel e del PD, da rimettere in campo in città. Ci sono tutte le condizioni, il clima costruttivo e le disponibilità, in città e nel PD cittadino per farlo. Anche ben oltre la stessa Giunta. Con la ricandidatura – non burocratica, ma come fatto politico di novità, di certezza e di chiarezza per la città progressista – di Del Bono.

Guadagnando così tempo, proposte, consenso e politica sullo stato confusionale del centro destra. Per un nuovo progetto di governo della città, fatto di cose già realizzate e in cantiere da realizzare (l’ultima presentata ieri e di valore: il Palaleonessa), nonchè di nuove da immaginare e realizzare per la prossima consiliatura in città.

Ps: vicende nazionali permettendo…

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Redazione BsNews.it

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