Il Procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccasini e il pm Bruna Albertini hanno avviato un’indagine con il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza per un giro di mazzette in cui sarebbe coinvolta anche l’ndrangheta e che ha portato all’arresto di 14 persone, di cui tre ai domiciliari. Fra loro anche un bresciano, A. R., con l’accusa di essere "a libro paga degli imprenditori, e in contatto con numerosi esponenti di diverse amministrazioni ed enti pubblici".
L’uomo millantava conoscenze anche a Roma, e nell’inchiesta è l’unico ad essere accusato anche di "millantato credito" in quanto avrebbe ricevuto denaro proprio in cambio del suo "asserito interessamento a livello istituzionale, Roma compresa" per la "risoluzione dei loro problemi di varia natura", scrive il gip Alessandra Simion. L’indagine sarebbe partita da una mazzetta da circa cinquantamila euro in cambio dei lavori in subappalto per il collegamento ferroviario tra il Terminal 1 e il Terminal 2 di Malpensa. Un sistema messo a punto da un gruppo di imprenditori, tra cui alcuni ritenuti vicini alla ‘ndrangheta, fatto di società edili che si alternavano con scadenza biennale nella aggiudicazione, come subappaltatrici, delle commesse pubbliche in Lombardia.
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