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Lombardia, proposta Rolfi: interpreti e psicologi in campo contro il terrorismo

“La Lombardia può e deve fare la sua parte nel contrastare fenomeni di terrorismo e radicalismo islamico; in sede di Bilancio chiederemo al Governatore Maroni di mettere a disposizione risorse per progetti mirati, finalizzati a combattere il fanatismo e a prevenire rischi futuri.” Lo affermano il Capogruppo della Lega Nord al Pirellone, Massimiliano Romeo e il Presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia, Fabio Rolfi, annunciando un Ordine del Giorno del Carroccio all’Assestamento di Bilancio.

“Uno dei problemi legati alla lotta al terrorismo – spiega Massimiliano Romeo – è quello dell’interpretazione corretta e rapida della lingua araba, dovuto all’esistenza di numerosi dialetti, spesso molto diversi fra loro. Per questo motivo l’utilizzo tempestivo delle intercettazioni, che rappresentano il principale strumento di contrasto, può divenire problematico, proprio a causa delle difficoltà nel comprendere il linguaggio in maniera corretta. La Regione potrebbe quindi mettere a disposizione di chi svolge le indagini un numero congruo di interpreti, da sommarsi a quelli che già attualmente svolgono questo compito, o in alternativa le risorse necessarie, che possano essere d’aiuto per intensificare l’attività di controllo, ormai indispensabile al fine di prevenire possibili rischi di attentanti sul nostro territorio.”

“L’altra misura contenuta nell’Odg che presenteremo – prosegue Fabio Rolfi – è simile a provvedimenti collaudati in altri Paesi europei, ed è legata a contrastare fenomeni di radicalizzazione islamica, che rappresentano l’anticamera del terrorismo. Le singole ATS lombarde potrebbero contribuire alla creazione di gruppi territoriali di psicologi specializzati, con sportelli da mettere a disposizione anche delle Forze dell’Ordine, per l’attuazione di percorsi di ‘deradicalizzazione’ di terroristi o aspiranti tali. In questo senso riteniamo che anche azioni coordinate con gli istituti scolastici lombardi possano essere utili, non dimenticandoci infatti che i ragazzi in età scolare sono fra i soggetti più a rischio di radicalizzazione islamica. Anche in questo caso il ruolo giocato da politiche di prevenzione e contenimento del rischio può fare davvero la differenza.”

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Redazione BsNews.it

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