La trasparenza non ha vinto. E’ dura la reazione di Saverio Regasto dopo la sconfitta al fotofinish nella corsa per diventare rettore dell’ateneo bresciano (solo 14 voti lo hanno separato dal vincitore Maurizio Tira). Venerdì mattina, infatti, Regasto si è dimesso dalla direzione della facoltà di Giurisprudenza e ha indirizzato una lettera non certo formale ai colleghi.
Nella lettera, riportata dal Corriere, Regasto cita le accuse pesanti subite (attacchi anonimi per le sue origini calabresi e il presunto inciucio con il pecorelliano Maurizio Memo), fa gli auguri a Tira, ma non manca di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Parla di “voltafaccia di qualche sedicente amico che ha la buona abitudine di concludere accordi su più tavoli di contenuti opposto”. E incalza: “Evidentemente il lavoro di questi anni, la contrapposizione chiara, netta e trasparente rispetto ad alcune scelte dell’Ateneo, a partire dal rinnovo del contratto del direttore generale deliberato nel Senato Accademico con il mio voto contrario, nel silenzio o con la connivenza di molti altri colleghi, non hanno incontrato il gradimento della maggioranza dell’elettorato”.
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