"Non bisogna combattere il fondamentalismo islamico solo nella settimana successiva a un attentato. L’operazione di oggi dimostra come il problema sia più grande di quanto lo si voglia descrivere e come i terroristi stiano facendo proselitismo anche nelle nostre città. E non è un caso che Brescia sia spesso coinvolta, del resto è la realtà italiana più colpita dal problema dell’immigrazione". Lo ha detto l’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali, commentando l’episodio che vede una donna bresciana "indagata per il reato di arruolamento con finalità di terrorismo" e pronta a partire per la Siria.
"Dobbiamo riaffermare i nostri valori e i nostri principi, chi li condivide è benvenuto, gli altri no. Non possiamo accettare che ci siano donne che circolano a volto coperto e che inneggino alla guerra santa contro gli infedeli. La Regione Lombardia ha vietato l’accesso a volto coperto negli uffici di propria competenza. Chiediamo al Governo italiano – ha concluso Bordonali – di far rispettare il divieto in tutti i luoghi pubblici. Finché l’Islam sarà l’unica religione a non avere una intesa con lo Stato italiano non possiamo concedere nulla. Basta a nuove moschee e chiusura immediata di quelle irregolari".
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