Telefonate, sms e chat in Whatsapp che non lascerebbero spazio a dubbi, in cui si parla di sesso, si chiedono incontri, si fissano appuntamenti e si commentano perfino i rapporti consumati con il proprietario del telefonino, dal quale le forze dell’ordine, su segnalazione dello stesso minorenne (17 anni appena compiuti, 16 all’epoca dei fatti) sono risaliti ai profili degli otto adulti coinvolti nell’inchiesta bresciana. Sei persone sono finite agli arresti domiciliari su ordinanza del Gip del tribunale di Brescia, una ha obbligo di dimora e un’altra è indagata a piede libero.
Gli adulti tra loro non si conoscevano, ma erano entrati in contatto con il ragazzino tramite face book e il sito di incontri Badoo. In cambio delle prestazioni sessuali consumate nelle abitazioni o sul posto di lavoro degli adulti venivano offerti regali, ricariche telefoniche, pranzi, cene, ma anche denaro.
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