Stefano Berni (Grana Padano): Fare sistema unica strada per proteggere made in Italy
"Non ci sono altre strade. Se vogliamo tutelare i nostri prodotti di qualità all’estero dobbiamo fare sistema. Solo così avremo la forza di imporci e far sentire la nostra voce nelle opportune sedi comunitarie istituzionali che, a quanto pare, non sono così solerti nel voler porre fine al grave fenomeno delle imitazioni e delle scimmiottature che tanto penalizzano i nostri prodotti sul mercato, quindi le aziende e i consumatori".
Con queste parole Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Tutela Grana Padano, interviene alla conferenza stampa di presentazione del progetto di monitoraggio collettivo in Europa per le DOP e le IGP, promosso da AICIG (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche) e da cinque Consorzi associati partecipanti: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Aceto Balsamico di Modena, Prosciutto di Parma e Mozzarella di Bufala Campana, tenutasi oggi presso il Mipaaf alla presenza di Giuseppe Liberatore (presidente AICIG), Federico Desimoni (direttore Consorzio Aceto Balsamico di Modena), *Oreste Gerini* (direttore generale prevenzione e contrasto frodi agroalimentari ICQRF) e Luca Bianchi (capodipartimento politiche competitive, qualità agroalimentare, ippiche e della pesca – Mipaaf).
"L’Unione europea – spiega Berni – ha registrato oltre 1.200 prodotti con marchi D.O.P., I.G.P. e S.T.G. di cui oltre il 20% sono di origine italiana. Il nostro Paese è, pertanto, al primo posto della graduatoria comunitaria dei prodotti tipici e, proprio per questo, i nostri prodotti sono spesso oggetto di sofisticazioni, falsificazioni, contraffazione, imitazioni e ingannevole utilizzo dell’origine geografica. L’attività di contraffazione dei prodotti alimentari -aggiunge Stefano Berni- unitamente al fenomeno dell’Italian Sounding evidenzia un giro d’affari stimato solo in Europa di oltre 20 miliardi di euro, contro un export poco superiore ai 12 miliardi e la crisi ha favorito il commercio di prodotti alimentari low cost che aumentano i rischi a tavola perché questi cibi spesso nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi. A fronte di questi dati, appare evidente che l’attività di controllo sia una priorità in un Paese come l’Italia che ha conquistato il primato nella sicurezza alimentare a livello internazionale".
"Nei negozi e nei supermercati – prosegue il direttore Stefano Berni – è forte e in continua crescita la presenza di prodotti che per aspetto, presentazione e packaging sembrano uguali a quelli DOP, ma che nulla hanno a che vedere con il livello qualitativo degli stessi. La confusione causata dai generi alimentari ‘similari’, di ignota provenienza e in vendita sugli scaffali al fianco di eccellenze come Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Aceto Balsamico di Modena etc, penalizza in maniera pesante i consumatori, il made in Italy e le aziende produttrici. Un danno che, solo per il Grana Padano, vale 1 miliardo di euro, 700 milioni all’estero e 300 milioni in Italia. Ma la vera beffa è che tutto questo, per le leggi comunitarie, è legittimo**. Le contraffazioni e le imitazioni dei prodotti di qualità italiani continuano a essere un problema gravissimo e dilagante contro il quale la normativa europea e internazionale fatica a trovare rimedi efficaci".
"Ci rincuora – prosegue Berni – la consapevolezza di non essere soli in questa battaglia. Un ringraziamento sentito da parte di tutti noi va al Ministro Maurizio Martina per l’impegno da sempre profuso in tal senso e per i contributi che ogni anno vengono conferiti ai Consorzi per progetti finalizzati alla tutela dei prodotti certificati. Anche a ICQRF va la nostra gratitudine per la collaborazione (ex officio) nell’ambito degli Stati Comunitari, come è stato ad esempio un anno fa in occasione del SIAL di Parigi dove in uno Stand erano esposti e pubblicizzati formaggi Lituani denominati: "GRANA" e "ASIAGO", con la dicitura in lingua Italiana: "LA RICETTA TRADIZIONALE". La loro azione solerte e tempestiva consentì alle autorità francesi di eliminare le irregolarità".
"Il progetto che oggi presentiamo -conclude Stefano Berni- ci aiuterà molto nell’affermare la nostra identità all’estero per attenuare i fenomeni illeciti contro i nostri prodotti. L’Europa dovrà fare la sua parte magari, come chiediamo da anni, imponendo la tracciabilità delle materie prime nei prodotti alimentari. Confidiamo che, anche grazie a progetti come questo, sia possibile sensibilizzare chi di dovere a fare le dovute puntualizzazioni nelle sedi appropriate".