Sono 55 i comuni bresciani che al momento hanno dato la propria disponibilità ad accogliere i profughi. Per il capo dipartimento per le libertà civili e immigrazione del Ministero dell’Interno, Marco Morcone, intervenuto ieri a Brescia in occasione di un incontro con tecnici e amministratori sul tema dell’accoglienza, “i sindaci dovrebbero fare di più”.
Concetto ribadito anche poco dopo dal prefetto di Brescia Valerio Valenti che individua nei bandi Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo o rifugiati) “la dimensione ottimale dell’intervento”.
Gli interventi, dal sindaco Del Bono all’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, Simona Bordonali, si sono succeduti. Per il primo è fondamentale che i profughi “lavorino , ovviamente a titolo gratuito, per un miglior inserimento nella società”, mentre la seconda si appella agli amministratori perché dicano “no all’accoglienza negli alberghi, ma anche all’ipotesi tendopoli”.
A quanto pare, invece, l’ex caserma Serini di Montichiari che nei giorni scorsi è diventata di proprietà del Ministero degli Interni, diventerà un laboratorio sperimentale di accoglienza, 2con 80-90 profughi al massimo”, ha concluso il prefetto Valenti.
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