“Eppure l’italiano lo avevano imparato bene. Ma evidentemente solo per progettare attentati e non per rispondere alle domande dei giudici”. Questa la provocazione che lancia Viviana Beccalossi, assessore regionale della Lombardia, dopo la decisione del tunisino Lassaad Briki e del pachistano Muhammad Waqas, arrestati nei giorni scorsi con l’accusa di terrorismo internazionale, di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia tenuto nel carcere milanese di San Vittore.
“Se qualcuno pensava di avere di fronte due esaltati che fingevano di giocare a fare i terroristi, dopo l’atteggiamento ‘silenzioso’ di oggi dovrà ricredersi”, aggiunge, sottolineando che l’istanza di scarcerazione non venga nemmeno presa in considerazione. “Ancora una volta -conclude Viviana Beccalossi- si evidenzia come il principio di reciprocità tra l’Italia e altri Paesi sia a senso unico e non solo per quanto riguarda la libertà di culto. Non oso pensare cosa sarebbe accaduto in alcuni Stati extracomunitari se due nostri concittadini, accusati di un crimine tanto grave, avessero tenuto il comportamento avuto oggi a Milano dai due presunti terroristi. E, inevitabilmente, il pensiero va ai due Marò”.
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