Diritti delle coppie omosessuali, il voto contrario del bresciano Morgano divide il Pd

Visto che alcuni paesi sono restii a farlo ci pensa l’Europa. E’ passato con il voto della maggioranza degli europarlamentari seduti a Bruxelles il documento redatto per far sì che gli stati membri a partire dal 2016 riconoscano i diritti delle coppie omosessuali, iniziando dal matrimonio e da tutto ciò che ne consegue. A differenza dei colleghi del Partito Democratico l’europarlamentare bresciano Luigi Morgano ha votato contro il documento. 

Le ragioni del no sono riportate stamane sulle colonne di Bresciaoggi: "Incurante del fatto che i Trattati stabiliscano che il diritto di famiglia sia di stretta competenza nazionale, il Parlamento avalla una strategia da "goccia cinese" chiedendo una roadmap, una tabella di marcia specifica per le persone Lgbti; normative che prevedano l´omogenitorialità, e di porre fine alla discriminazione nell´accesso ai trattamenti della fertilità e della riproduzione assistita; non a caso, in tale contesto, viene soppresso il passaggio, presente nella relazione iniziale, sul diritto di tutti i bambini di conoscere i propri genitori. Penso non siano necessari ulteriori argomenti a sostegno del mio voto contrario a questa relazione, caratterizzata da un´impronta relativista e individualista, che non appartiene alla mia storia personale e politica. Una cosa è contrastare ogni forma di discriminazione. Altra cosa è imporre modelli di società, principi e valori che non tengano conto dell´interesse superiore dei bambini".

Presto è arrivato il commento di tre esponenti bresciani del partito, Michele Cotti Cottini, responsabile Dipartimento Diritti Civili, Leila Moreschi, responsabile Scuola e Roberto Cammarata responsabile Università; le parole di Cotti Cottini, sempre su Bresciaoggi: "Invitiamo fin d´ora Morgano a un dibattito pubblico in cui, da un lato, lui possa illustrare in modo più articolato le ragioni del suo dissenso, mentre qualcuno di noi possa interloquire sottolineando ad esempio come sia ormai ora di declinare il termine famiglia al plurale e di abbandonare categorie strumentalmente fuorvianti da un confronto serio come quella di famiglia naturale".
(red.)

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Redazione BsNews.it

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