E’ un appello rivolto ai cittadini bresciani quello che si legge nel comunicato diramato dalla Cgil di Brescia che chiede alle autorità ai vari livelli di esercitare il proprio dovere di responsabilità collaborando attivamente al cambiamento in modo efficace ed efficiente delle prassi di rinnovo e di rilascio dei permessi di soggiorno, ad accogliere positivamente le giacenti richieste di emersione dall’irregolarità da parte di cittadini immigrati presenti sul territorio da anni, e promuovere un processo di partecipazione attiva dei concittadini immigrati alla vita pubblica della città.
Non rappresenta una novità il fatto che il sistema della gestione dei permessi di soggiorno per i concittadini immigrati in Italia sia estremamente complicato e inefficiente . La normativa prevede un lasso di tempo di 20 giorni dal momento dell’istanza di rinnovo al rilascio, ma la tempistica, soprattutto a Brescia, richiede mesi se non semestri o oltre. Accanto all’inefficienza del sistema rinnovo-rilascio del permesso di soggiorno, spesso indipendente dalla buona volontà o dalla capacità del personale di Questure o Prefetture, è da sottolineare l’esorbitante costo che la procedura richiede. La media per una famiglia di 4 persone di adulti può facilmente superare i 500-600 euro, a fronte di un servizio sostanzialmente di scarsa efficienza. Ora gli eventi che hanno visto , e che vedono continuamente, protagonisti i concittadini immigrati bresciani, sono una legittima richiesta di RISPETTO DELLE REGOLE E DELLE NORME DA PARTE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, e una fondata rivendicazione di rispetto e di riconoscimento della dignità di donne e uomini, che con le loro famiglie rappresentano il futuro sociale ed economico di questo territorio.
E’ sicuramente improvvido ogni tentativo di appesantimento delle procedure , talvolta fatto con la piena avvertenza, per rendere impossibile raggiungere l’obiettivo di una presenza regolare e dignitosa. I diritti di cittadinanza vanno tutelati a prescindere dalla condizione giuridica delle persone. Il desiderio di emersione da una situazione id irregolarità andrebbe supportato e promosso nell’interesse di tutta la collettività. Il frenare o vanificare tale necessità non serve a nessuno se non ad aggravare le condizioni di vita di tante persone che nulla di male hanno fatto.
Tutte le sanatorie fatte nel nostro paese, e in particolare nella nostra provincia , hanno promosso un legittimo interesse di partecipazione alla vita economica prima, sociale poi delle nostre comunità locali.
L’abominevole introduzione del reato di clandestinità è servito solo a sperperare denaro pubblico nel perseguire degli innocenti e a fomentare xenofobia e odi inutili.
Inoltre è estremamente palese il non senso della normativa introdotta nel 2002 con la cosiddetta Bossi-Fini. Il vincolo soggiorno-lavoro in un periodo i cui tutte le politiche occupazionale da oltre 20 anni puntano alla flessibilità, spesso tradotta in precarietà, non è semplicemente anacronistico
, ma del tutto deleterio per la vita economica di intere generazioni di concittadini immigrati. In tre anni sono stati cancellati oltre 500.000 permessi di soggiorno per mancanza di lavoro. Un non senso . Visto anche che non è materialmente possibile allontanare dal paese centinaia di migliaia di persone oneste con famiglie annesse. La rivendicazione fondante è eliminare dalla normativa tutto ciò che crea problemi e non programmarne altri. La procedura di sanatoria contestata a Brescia fa parte di questi non senso.
Ora è fuori dubbio, che in questa situazione di continuo stallo, il diritto a manifestare il proprio dissenso o di richiedere l’adempimento dei compiti istituzionali è un diritto fondamentale che va sempre e comunque tutelato e garantito. Tutte le istituzioni e le realtà aventi parte vengono chiamate , nel reciproco senso di responsabilità, a costruire percorsi che permettano di raggiungere l’obiettivo di tutela dei diritti di tutti e di garantire il rispetto delle normative a tutela dei concittadini immigrati. Occorre doverosamente adoperarsi per promuovere una nuova cultura normativa ed amministrativa in grado di gestire in modo umanamente sostenibile tutte le pratiche di emersione dall’irregolarità favorendo i soggetti che vogliono vivere alla luce del sole in seno alla comunità locale. Onde evitare strumentalizzazioni di vario genere richiamiamo le autorità ai vari livelli ad esercitare il proprio dovere di responsabilità collaborando attivamente al cambiamento in modo efficace ed efficiente delle prassi di rinnovo e di rilascio dei permessi di soggiorno , ad accogliere positivamente le giacenti richieste di emersione dall’irregolarità da parte di cittadini immigrati presenti sul territorio da anni , e promuovere un processo di partecipazione attiva dei concittadini immigrati alla vita pubblica della città. E’ interesse comune dialogare per risolvere i problemi ed è a discapito di tutti fomentare tensioni ed ingiustizie.
DANIELA PEZZUCCHI
MAURO CHERUBINI
MICHELA PAGHERA
SANDRO FAIA
DANIELA VARINI
ABDELMAJID DAOUDAGH
RICCARDO PILATO
INES PACCANELLI
MARIA MAIORANA
TOMMASO GAGLIA
KAWSAR ZAMAN
FRANCO VALENTI
GIULIA DI FIORE
ANDREA BOUZIDI
ABDELGHANI MOUDEN
LUCIANO DI GREGORIO
NAIMA DAOUDAGH
OMAR HAMID MIR
VIRA HORILA
TAHIR NAZIR
DANIELA NADELCU
JABRAN FAZAL
DANIELA LONGINOTTI
TERESA BENEDINI
GIOVANNA BENINI
BEPPE ALMANSI
PIETRO PUZZI
ABDOULAYE DIARRA
GIUSEPPE OLIVARI
ANNA SORTENI
VANESSA TULLNOVA TULLO
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