Bonometti a tutto campo per raccontare il 2014 di Aib. Api? Oggi non ha più senso di esistere

“Brescia viene da anni di sonno: Aib sta dando il suo contributo per smuoverla”. A dirlo è stato questa mattina il presidente di Aib Marco Bonometti, che – durante la tradizionale conferenza stampa prenatalizia – ha fatto il punto sull’ultimo anno di lavoro. Partendo da un numero. “Come promesso abbiamo ridotto del cinque per cento il contributo annuale degli associati”, ha sottolineato, “un taglio reso possibile dallo snellimento della struttura interna e dalla razionalizzazione societaria (oggi divisa tra Associazione industriali, Assoservizi e Fondazione). Contestualmente”, ha aggiunto, “gli iscritti sono passati da 1.145 a 1.206, con 60mila dipendenti”. Settanta i milioni di euro erogati dalle banche – grazie all’accordo con Aib – a piccole e piccolissime imprese, mentre “la battaglia contro l’Imu sugli impianti potrebbe portare a una soluzione che alleggerisca il peso sulle aziende” e, per quanto riguarda Expo, “siamo in dirittura d’arrivo sull’Albero della vita”. Ancora, i numeri della comunicazione: 1.800 citazioni sui media (locali e nazionali) e 140mila pagine visitate (8mila utenti) sul sito internet dell’associazione. Infine la “rivoluzione” in Camera di commercio. “Ci siamo battuti per il cambiamento”, ha detto Bonometti, “e siamo orgogliosi di essere riusciti ad esprimere alla presidenza un imprenditore come Giuseppe Ambrosi. Con lui, entro la prima settimana di gennaio, daremo via alla rivoluzione anche sul sistema fieristico”. Mentre per l’aeroporto “quando ci saranno le condizioni Brescia eserciterà un ruolo”.

Quindi Bonometti ha risposto duramente alle accuse di eccessivo protagonismo lanciate da Douglas Sivieri di Api. “Sono gli altri ad aver bisogno del nostro intervento: l’associazione ha acquisito autorevolezza e chi ha un problema trova in noi un interlocutore serio e affidabile. Per Aib è importante che le categorie si muovano insieme, ma qualcuno deve pur tirare le fila. E non si possono fare le cose con i soldi degli altri. Senza Aib progetti come l’Albero della vita, Fuori Expo e il Tavolo del credito non sarebbero nemmeno mai partiti”. Ancora più duro il presidente  degli industriali bresciani sul presunto imminente sorpasso di Api nel numero degli associati. “Il sorpasso”, ha commentato, “avverrà quando si fonderanno con noi: oggi non hanno più ragione di esistere”.

Presenti alla conferenza anche i responsabili delle aree in cui è organizzata Aib. Paolo Streparava ha posto l’accento sull’impegno per l’internazionalizzazione e l’innovazione, mentre Giuseppe Pasini ha evidenziato l’importanza di un nuovo piano cave per il territorio e sottolineato che le aspettative delle imprese circa la riduzione dei vincoli burocratici sono state disattese. Precisando nel contempo che “Brescia sull’ambiente sta facendo la sua parte perché con Ramet siamo arrivati all’abbattimento del 50 per cento delle polveri e del 80 per cento delle diossine con sei anni d’anticipo rispetto alle normative nazionali”. Paola Artioli, quindi, ha ribadito la riorganizzazione interna e le motivazioni che hanno portato alla nascita della fondazione, mentre Federico Ghidini ha posto l’accento sull’impegno per le start up e la formazione dei giovani (“l’anno prossimo proporremo un progetto ad hoc per l’occupazione giovanile”). Giancarlo Turati, referente della Piccola industria, ha sottolineato che delle 2.200 aziende associate ad Aib ben 1.150 sono piccole (55 su 61 tra le nuove associate) e, per quanto riguarda Expo, ha spiegato che ad oggi “alle imprese bresciane sono arrivati 20 milioni di uro di appalti diretti”. Fabio Astori, ancora, ha evidenziato che nel 2014 sono 668 le aziende che si sono rivolte al settore Relazioni industriali e 770 gli incontri sindacali. Infine il Patto per Brescia. “Momentaneamente abbiamo sospeso i lavori”, ha spiegato, “perché è mancato l’accordo con i sindacati su alcuni punti, ma il tavolo è stato comunque costruttivo: dopo anni siamo riusciti ad aprire un confronto e, chiarite anche le decisioni del Governo sul Jobs Act, a febbraio torneremo a discutere”. A margine dell’incontro anche le questioni dell’energia e del rapporto con il territorio. Enrico Frigerio ha spiegato che quest’anno è stato chiuso un accordo che prevede una riduzione del 16 per cento del costo sugli associati (“negli altri Paesi quando si abbassa il costo del petrolio cala anche la benzina: non capisco perché da noi non sia così”, ha sottolineato Bonometti), Roberto Zini ha invece ricordato i tanti incontri con i sindaci della città, come quello in calendario per oggi con Emilio Del Bono.

Da segnalare, nel finale, anche un appassionato intervento di Giuseppe Pasini in risposta alle critiche lanciate da Ugo Calzoni nel libro Imperi senza dinastie. “Dopo Lucchini”, ha detto, “a Piombino arrivarono i russi, scappati al primo raffreddore. Prima di affermare che Piombino è un’opportunità mancata per la siderurgia nazionale e bresciana bisogna stare attenti. Parliamo di un’azienda molto sindacalizzata: non cambierei mai un lavoratore bresciano con uno di Piombino. E comunque vorrei capire quale è il piano di questo signore che viene dall’Algeria prima di fare critiche ai siderurgici bresciani”.

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Redazione BsNews.it

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