(m.t.) "Maggi rivestiti".  Così aveva dichiarato a Bsnews Monica Gorni, salita alla ribalta anche per aver accusato la sexy barista di Bagnolo Mella di prestarsi a scatti troppo hot. Poco importa se poi, nello stesso anno, anche lei si svestì per un calendario, con immagini non proprio da educanda. Oggi, la modella bresciana ritorna senza veli, questa volta però per una buona causa: un calendario a favore della ricerca per l’endometriosi. Una malattia cronica che colpisce gli organi interni femminili, soprattutto utero e ovaie. Monica all’attivo ha già tre calendari, scatti hot e serate di animazione nei locali, ma nella vita di tutti giorni lavora a tempo pieno come commessa in un negozio di Manerba. Senza dimenticare il sociale.

DOMANDA – Come mai un calendario proprio a favore di questa malattia, è una questione che la tocca da vicino?
RISPOSTA – Soffro di endometriosi dal 2006. All’inizio non volevo dirlo pubblicamente, ma poi ho pensato che la mia esperienza avrebbe portato un valore aggiunto alla causa. C’è bisogno di sensibilizzazione, perché è una malattia ancora poco conosciuta e difficile da diagnosticare.

D – Cosa vuol dire per una donna soffrire di endometriosi?
R – All’inizio non è stato facile: è una patologia che si accerta attraverso le analisi del sangue ed è lo stesso esame che si fa per diagnosticare il tumore alle ovaie. Quando il test risulta positivo, inizialmente temi il peggio. Dopo un primo momento di sconforto, ho reagito con forza, anche per i miei familiari. Ho subìto quattro interventi, oggi devo tenermi controllata. Ma la mia vita non è cambiata, faccio tutto come sempre.

D – Come è nata l’idea di fare un calendario?
R – L’idea è stata mia, ho contattato l’Aie , l’Associazione italiana endometriosi a cui sono iscritta. Hanno ben accolto la mia proposta, tutto il ricavato andrà a favore della ricerca medica. Non ero interessata a fare un calendario come i precedenti: ce ne sono già tanti in circolazione, volevo fare qualcosa di diverso.

D – Dove sono stati fatti gli scatti?
R- In provincia di Verona, a Monteforte D’Alpone, al Maneggio e B&B Casa Costa Relais. Mi sono fatta immortalare da due bravissimi fotografi milanesi: Luca Cappi e Roberto Tovazzi. Avevo già lavorato con loro in precedenza, sono veri professionisti. Ho scelto io quali fotografie inserire e quella che più mi piace l’ho abbinata al mese in cui sono nata, novembre.

D – A quando l’uscita del calendario?
R – Uscirà a fine mese e verrà presentato alla Fiera Cavalli di Verona a inizio novembre. Verrà poi distribuito in alcune edicole di Brescia. Sarà anche possibile acquistarlo dal mio sito internet e durante le serate di promozione. Il prezzo è di 5 euro. Vorrei sottolineare che è stato decisivo alla realizzazione del progetto il contributo degli sponsor (Palestra Athletic Sporting Club di Bedizzole, Previcini Design e Enry’s Parrucchieri e Bassi Oscar Unix Computer).

D- I maligni potrebbero chiederle come mai per sostenere la ricerca ha scelto proprio un calendario sexy?
R – Effettivamente un calendario sexy con la ricerca medica non c’entra molto. Voglio dimostrare che, nonostante la malattia, la mia vita è sempre la stessa: lavoro, vado in palestra ed esco con gli amici. La malattia non ti rovina la vita, si può fare tutto quello che si faceva prima, compresi gli scatti senza veli. Ecco perché ho deciso di non coprire i segni delle cicatrici degli interventi.

D- In passato l’ha accusata di fare scatti troppo sexy, cosa direbbe oggi Laura Maggi a lei?
R- Sinceramente non so cosa stia facendo ora e se sia ancora nel mondo dello spettacolo, ma divento cattiva quando parlo di lei. Siamo due persone completamente diverse, io mi sento più umile e seria: mi pongo così anche davanti all’obiettivo. Penso che una madre dovrebbe avere un atteggiamento più contenuto, trovo i suoi scatti poco fini.

D – Lasciamoci alle spalle le polemiche e guardiamo al futuro, lei che progetti ha adesso?
R -Amo la mia vita così come è. Se dovesse arrivare una proposta importante, non la rifiuterei. Mi piacerebbe condurre un programma comico, come Zelig o Colorado. Ma conosco i miei limiti, ci sono professioniste molto più brave di me.

 

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Redazione BsNews.it

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