L’arbitro si è accorto di tutto, dei cori durante il riscaldamento, dei cori ripetuti durante la partita, dei "buu" e dei versi scimmieschi che provenivano da una decina di "tifosi", in uno stadio pieno di mille spettatori. Non ha fatto nulla durante la gara, ma al triplice fischio ha scritto tutto sul referto e ieri, puntuale, è arrivata la sentenza del giudice sportivo: per il Darfo una giornata di campionato a porte chiuse.
Il caso, per via della persona implicata, Enock Barwuah, fratello di sangue di Mario Balotelli, ha assunto rilievo nazionale, con la notizia finita su tutti i giornali (leggi qui quella su BsNews). Forse anche per questo il giudice ha voluto non soprassedere come invece aveva fatto l’arbitro durante la gara, mentre aveva tutto il diritto di sospsendere la partita. Questa la motivazione del giudice: «Perchè una decina di propri sostenitori durante la gara ripetutamente si rivolgevano a un calciatore ospite con cori contenenti espressioni discriminatorie. In considerazione della rilevanza dei fatti, dovuta alla ripetizione di tali comportamenti discriminatori, si ritiene di non applicare la sospensione della sanzione». Così saranno la società del Darfo e i supporter veri a pagare per colpa di pochi ignoranti: domenica la gara contro le "Furie Rosse" del Travagliato si giocherà a porte chiuse.
Come emerso già nella giornata di lunedì (leggi la notizia), del caso si sta occupando anche la Digos, per cercare di individuare i tifosi responsabili dei cori.
(a.c.)
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