L’uno, il 21enne, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’altro, invece, 24enne, ha negato di essere stato a Pontoglio la notte dell’8 luglio scorso, quando una banda ha rapinato e aggredito il macellaio Pietro Raccagni, morto dopo 11 giorni di agonia a causa del trauma subito in seguito alla collotazione. “Quella notte non ero lì” ha risposto il 24enne albanese, arrestato venerdì’ a Jesolo con l’accusa di omicidio, durante l’interrogatorio davanti al giudice Enrico Ceravone.
Per il 21enne, invece, tutt’altra strategia difensiva: il silenzio. Il pm Claudia Moregola ha disposto anche per lui la convalida del fermo e la custodia cautelare in cella.
Ora bisogna attendere la relazione del medico legale che ieri ha effettuato l’autopsia sul corpo del 53enne macellaio di Pontoglio, da consegnare alla rpcura entro sessanta giorni. Solo così si potrà stabilire se il colpo con la bottiglia inferto a Pietro Raccagni dai malviventi ha qualche attinenza con la perdita di equilibrio e la successiva caduta fatale. Il magistrato nel frattempo ha concesso il nulla osta per la sepoltura e da questa mattina – mercoledì 23 luglio – la salma di Pietro Raccagni sarà nella sua abitazione in via Puccini, la stessa che ha difeso a costo della vita.
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