di Elisabetta Bentivoglio – Mentre il mondo reale bresciano, istituzioni e associazioni, continuano a discutere sulla possibilità o meno di rimettere il Bigio in piazza Vittoria, quello virtuale sembra aver fatto la sua scelta: l’Era Fascista può tornare al suo posto. Negli ultimi mesi infatti sono nate due pagine Facebook “rivali”– No al Bigio e FreeBigio – che con il passare delle settimane si stanno dando battaglia a suon di “mi piace”.
La prima, creata e gestita dall’Anpi di Brescia, chiede esplicitamente che la statua del Dazzi non torni a fare bella mostra di sé sul piedistallo della fontana al centro della piazza. Le ragioni del diniegno sono di carattere ideologico, come spiegato più volte dall’associazione. All’appello dei partigiani bresciani hanno virtualmente aderito oltre 900 persone, tra cui anche il sindaco di Brescia Emilio Del Bono e l’assessore alla scuola, Roberta Morelli.
Dall’altra parte, invece, i promotori del Bigio libero, hanno quasi doppiato gli “avversari” superando la soglia dei 1.600 “mi piace”. Tra loro anche il primo dei sostenitori del ritorno del Bigio in piazza, l’ex assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Brescia, Mario Labolani al quale la pagina ha dedicato anche un simpatico fotomontaggio che lo vede ergersi in piazza Vittoria al posto della statua del Dazzi.
E ovviamente l’intera contesa fra le due pagine di Facebook va ricondotta alla logica del "gioco". E’ chiaro, infatti, che per i promotori delle pagine la questione di fondo è seria. Ma a determinare i risultati vituali è soprattutto l’abilità informatica degli amministratori, visto che la maggior parte di coloro che hanno manifestato il loro gradimento su Facebook – è facile immaginarlo – non ha un’idea chiara della questione e soprattutto, per ovvie questioni anagrafiche, non può ricordare la statua del Bigio nella sua collocazione originale.
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