Lo sfogo della mamma: William vittima come Lucia, cerchiamo solo giustizia

di Elisabetta Bentivoglio – La giustizia è uguale per tutti. Forse non sempre. Di certo non per William Pezzullo, il 27 enne di Travagliato sfregiato con una secchiata di acido dalla ex fidanzata e da un amico 44enne di lei, entrambi condannati in primo grado a 10 anni di carcere. Oggi William, a distanza di due anni da quella terribile notte che gli ha cambiato per sempre l’esistenza, sta peggio di prima. Non solo perchè fisicamente continua a regredire (“Ha perso anche quei due decimi di vista all’occhio sinistro che gli consentivano di vedere almeno le ombre”, racconta mamma Fiorella) ma anche per lo smacco psicologico subito quando il Presidente Napolitano ha conferito l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica a Lucia Annibali, anche lei sfregiata dopo aver lasciato il fidanzato, e si è completamente dimenticato di lui.

“Nessuna gelosia, ci mancherebbe altro – tiene a specificare la madre che dal giorno dell’incidente è costantemente accanto al figlio -. quando accadono cose come quelle successe a Lucia e William non sono certo i riconoscimenti quelli di cui si ha bisogno. Ciò che è stato fatto, dai media, dalle istituzioni e dalla giustizia per Lucia è ammirevole, ma l’indifferenza dimostrata nei confronti del mio William, invece, è ingiusta e riprovevole”. I media, ad eccezione di quelli locali, si sono occupati solo marginalmente del caso Pezzullo, mentre la violenza subita dall’avvocatessa Annibali ha consumato fiumi di inchiostro. Le istituzioni, che a Lucia hanno concesso 800mila euro di provvisionale, hanno lasciato la famiglia di William a mani vuote, tanto è vero che “per pagare le cure di mio figlio siamo stati costretti a svendere il bar in cui lavorava anche mia figlia”. E’ la decisione della giustizia, però, quella che fa più male: nel caso di Lucia, l’ex fidanzato aggressore è stato condannato per tentato omicidio e si è preso 20 anni, nel caso di William, invece, la condanna di primo grado per Elena e il suo complice è di lesioni gravi e la pena, di conseguenza, dimezzata a 10 anni. La pena dimezzata deriva dal capo di imputazione più blando rispetto al tentato omicidio. La ex fidanzata, a differenza del complice, non si trova nemmeno in carcere ma all’interno di un convento di suore dove può occuparsi anche del bambino. Il Tribunale – evidentemente – è certo che William non avrebbe potuto subire nulla di diverso da ciò che ha subito, è certo che non avrebbe potuto restare ucciso, è certo che la ex fidanzata non aveva la volontà di uccidere. Ecco perchè è riuscita ad ottenere la condanna per lesioni. Già da tempo la madre di William aveva anticipato l’intenzione del PM di edulcorare il capo d’imputazione, ma alla richiesta del legale di parte di configurare il tentato omicidio il pubblico ministero aveva risposto testualmente: “….ma cosa dice, non vorremmo mica costruire un mostro?”.

“Le lesioni irreparabili che ha subìto mio figlio (perdita totale dell’occhio destro, perdita quasi totale del sinistro dal quale vede solo ombre, e perdita delle orecchie e quindi dell’udito) derivano dalla quantità di acido che gli è stato gettato addosso e che, a detta del perito ‘avrebbe potuto uccidere anche una mucca” – si sfoga mamma Fiorella – se questo non è tentato omicidio, cos’altro lo è?”. Ciò che si augurano William e la sua famiglia, che dopo l’aggressione vivono con la pensione del padre “utile solo a pagare le cure mediche di Willy” e tirano avanti con quella della nonna, è che la giustizia “sia giusta anche per noi e condanni i due aggressori a 20 anni per tentato omicidio”. Ma non solo. Per tentare di recuperare il possibile, o almeno provarci, William è già stato sottoposto a 11 interventi chirurgici e innumerevoli visite mediche e specialistiche. “Il fatto che i suoi aggressori fossero nulla tenenti ha impedito ai giudici di fissare un risarcimento, ma noi come possiamo continuare così? Abbiamo anche il mutuo di casa da pagare e i soldi sono sempre meno – spiega –. Per questo, ora con il nostro avvocato stiamo pensando di intentare una causa civile e chiedere un risarcimento allo Stato di un milione di euro, ma siamo talmente scoraggiati dalla giustizia che abbiamo paura di investire altri soldi e non arrivare a nulla”. Verrebbe da dire: impossibile! Purtroppo però, per William l’impossibile, è stato già possibile.

 

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Redazione BsNews.it

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