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Cava in esaurimento pagata 5 milioni di euro: il Pd teme diventi discarica

Quanto può valere una cava nella quale i diritti di escavazione sono quasi esauriti? 4.971.000 euro. E’ questa la cifra sborsata dalla società Cava Gatti di Berlingo per acquistare all’asta fallimentare del Tribunale di Brescia la cava inserita nell’area della Macogna, tra i comuni di Travagliato, Berlingo, Cazzago San Martino e Rovato.

Il sito si trova proprio a fianco della cava di proprietà della Drr che è già stata scelta come sito per lo stoccaggio di 1,3 milioni di metri cubi di rifiuti inerti, decisione della Provincia di Brescia fortemente osteggiata dalle comunità locali che raccolsero 6mila firme contrarie al progetto, ma anche dai quattro comuni il cui ricorso è ancora depositato presso il Tar in attesa di pronunciamento. 

Angelo Bergomi, responsabile del settore ambiente della segreteria provinciale del Pd nonché ex vicesindaco di Rovato, ha forti sospetti sul motivo per il quale un sito del genere possa essere pagato quasi cinque milioni di euro seppur l’attività estrattiva sia pressoché esaurita. La sua dichiarazione è riportata stamane sulle colonne di Bresciaoggi: «La sostanziosa cifra pagata per un comparto di escavazione pressochè esaurita alla luce dei volumi autorizzati dal piano cave del 2005 dimostra inequivocabilmente due cose. Queste aree hanno un grande appeal sul mercato perchè potenzialmente idonee a progetti ad alto impatto ambientale come appunto le discariche. Il secondo aspetto è che l’importo della comprevendita conferma la reale rendita di queste aree. Ci chiediamo come sia possibile che una sorta di miniera finanziaria come un bacino di escavazione sia soggetto ad aliquote Imu agricole quando il mercato stabilisce che valgono milioni. Non è più tollerabile che a tutti i bresciani siano chiesti sacrifici importanti con la tassazione sugli immobili e ai cavatori che godono di guadagni milionari prodotti dall´attività estrattiva vengano concesse agevolazioni».

Prosegue la nota di Bergomi: «Sull’orizzonte della compravendita si staglia un interrogativo inquietante: perchè spendere una cifra così elevata per un buco? Senza contare che il recupero a verde pubblico attrezzato ipotizzato dal Piano cave provinciale, richiede investimenti insostenibili. Mi domando se il maxi investimento non sia dovuto in parte al fatto che l’autorizzazione provinciale alla discarica di inerti nel lotto a nord-ovest della Drr abbia reso appetibili per future discariche gli altri lotti del bacino. Per questo abbiamo sempre pensato che aprire le porte della Macogna anche a un solo carico di rifiuti, significa pregiudicare la zona per i prossimi cinquanta anni».
(a.c.)

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Redazione BsNews.it

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