Alla fine dell’incontro al San Barnaba il ministro Cécile Kyenge ha dichiarato «Le politiche di integrazione devono essere fatte ma devono anche essere accompagnate da risorse». Aggiungendo che porterà « a livello nazionale la voce del territorio. Questa e una mia responsabilità in quanto ministro dell’integrazione».
Al tavolo dei relatori, insieme al primo ministro della Repubblica italiana nato in Congo, il sindaco Emilio Del Bono, l’assessore Marco Fenaroli e rappresentati dei migranti. Fuori la protesta con Lega Nord, Fratelli d’Italia, Club Forza Silvio, Casa Pound e Forza Nuova a protestare sull’operato del ministro: protesta che ha fatto chiudere per quattro ore corso Magenta, con deviazione dei bus urbani, dalle 9 alle 13.
Ieri la Kyenge, intervistata da Bresciaoggi, aveva dichiarato di sentirsi "serena", aggiungendo che "probabilmente attaccare me è un modo per richiamare l’attenzione e per farsi ascoltare". La ministra aveva anche sottolineato come non sempre sia facile l’integrazione quando il tasso di migrazione è alto e avviene in poco tempo, come a Brescia, ma che con gli strumenti giusti si può raggiungere. "E non bisogna dimenticare il lato luminoso della luna: l’11 per cento del Pil nazionale garantito dal lavoro dei migranti, per esempio. O il ruolo che medici e badanti di origine straniera svolgono per i nostri anziani e i nostri malati, anche a Brescia. Bisogna riconoscere il loro contributo all’economia, alla democrazia, alla natalità".
La ministra ha anche dichiarato come l’immigrazione sia una risorsa citando ad esempio Mario Balotelli e come non sia vero che gli stranieri fatichino a integrarsi con la cultura italiana: "A un bambino bastano 2-3 mesi per imparare una nuova lingua. E in ogni caso è una difficoltà che non si protrae per anni. Anzi, studi autorevoli dimostrano che più c’è contatto e contaminazione, più facile diventa imparare una nuova lingua. Non solo da parte di chi è accolto, ma anche di chi accoglie. Che scopre nuovi suoni e nuove realtà. E si prepara al futuro, si apre al mondo. Per me che fin da piccola in casa parlavo tre lingue, imparare l’italiano è stato meno difficile che per altri".
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