Nessun famigliare si aspettava che Antonio Di Caprio, imprenditore riservato ed educato, avrebbe avuto il coraggio di dare fuoco alla banca. E invece, dopo essersi sentito dire dal direttore della Veneto Banca di via Gambara che doveva rientrare del debito di centomila euro, non ha esitato a cospargere la filiale di benzina e appiccare il fuoco con un accendino. Non prima però di aver fatto uscire tutti i dipendenti. «È vero – ha ammesso il figlio Clemente sulle pagine del Giornale di Brescia- era venuta a cadere la disponibilità che la banca aveva dato per alcuni fidi».
«Potevo pensare che picchiasse i pugni sul tavolo, che magari prendesse per la cravatta il direttore di banca, ma mai mi sarei aspettato un gesto del genere», ha raccontato uno dei dipendenti dell’imprenditore 69enne, titolare della D&B di San Zeno, azienda di autoricambi nata nel 1985. Qualcun’altro, invece, ha raccontato di probabili problemi di salute dell’uomo. Recentemente infatti Di Caprio avrebbe subito un trapianto di cuore. Ora il 69enne è ricoverato alla Poliambulanza di Brescia a causa di un malore accusato subito dopo aver compiuto il folle gesto. Il figlio Clemente ha spiegato che fisicamente sta meglio, ma è molto provato per quanto successo. All’uomo sono stati concessi gli arresti domiciliari.
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