Un errore volerla vendere, un errore ancora più grave sbandierare ai quattro venti le difficoltà dell’azienda. La riunione della Commissione Partecipate che ha visto la presenza di Paolo Valerio, presidente di Omb, è stata l’occasione per la minoranza, in particolare per Francesco Onofri, per criticare fortemente la gestione della delicata situazione da parte di Emilio Del Bono.

Tutto è partito in piena estate, quando il sindaco (leggi la notizia) confermò l’intenzione di vendere la società perché ancora in perdita nel 2013 (leggi la notizia di metà settembre) dopo che lo fu anche nel 2012. Ieri, alla presenza del presidente Valerio, il capogruppo di Piattaforma Civica è passato all’attacco. Le sue parole riportate nell’edizione odierna di Bresciaoggi: «Parlare apertamente di buco, manifestare scetticismo sulla ripresa di Omb è la pagina peggiore di questi mesi di amministrazione. Omb sta sul mercato in regime di concorrenza, non dimentichiamolo. Andava difesa come il figlio più gracile. Invece la si è indebolita facendone un terreno di scontro politico. Si è assistito agli operai della società che di fronte a queste uscite della Loggia sulla situazione di Omb si schieravano con il management e contro il Comune. Una cosa mai vista. Che un socio crei difficoltà all’azienda è una fattispecie che nelle srl è punita dal codice civile. Per quel che mi riguarda non l’avrei acquistata, produrre cassonetti non è nella mission dell’amministrazione. Adesso però sosteniamola. Ho colto nelle dichiarazioni di Valerio un senso di abbandono. È stata acquistata per salvare posti di lavoro? Bene, ma allora che coerenza c’è ad affossarli ora, con dichiarazioni che indeboliscono Omb sui mercati?». 

Onofri riferendosi al presidente di Omb ha voluto sostenerlo quando dice che la società ha bisogno di credere in se stessa, il che non è aiutato se continuamente si dichiara che è sul mercato. A chiudere il cerchio l’ex sindaco Adriano Paroli, le cui parole, sempre riportate dal quotidiano, partono dal 2009 con l’acquisizione di Omb da parte della Loggia: «Allora si diceva, dopo Ubi e la fusione di Asm con Aem, che Brescia perdeva i pezzi. Di qui, e per non mettere su una strada gli operai, si decise di comprare Omb. C’erano aziende interessate, ma avrebbero licenziato e trasferito il know how altrove. Non A2A, Zuccoli mi fece capire che gli investimenti dovevano essere altri. Oggi che Omb è in difficoltà, ma nel 2011 i risultati erano ancora positivi, il centrosinistra critica, ma allora quando raccolsi la sollecitazione di Cgil-Fiom a salvare l’azienda Zipponi, Corsini e Galperti erano d’accordo. Adesso vendere prima di rilanciarla sarebbe buttare via un patrimonio».
(a.c.)

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Redazione BsNews.it

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