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Gli Spedali Civili attaccano Stamina: prescrizioni senza visite ai pazienti

In relazione alle dichiarazioni rilasciate nel corso della conferenza stampa organizzata dalla Stamina Foundation, la direzione degli Spedali di Brescia rilascia una nota che precisa alcuni aspetti, ribadendo che l’azienda ospedaliera "non è mai stata, e non lo è tuttora, in grado di definire un percorso terapeutico e quindi, dopo le infusioni, di prendere in cura e monitorare le condizioni degli stessi".

DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE

Le cellule staminali mesenchimali prodotte secondo il c.d. “metodo Stamina” sono somministrate ai pazienti attualmente in trattamento o per ordine dei Tribunali o in forza del decreto-legge 24/2013, al di fuori di una sperimentazione clinica e sotto la esclusiva responsabilità del medico prescrittore. Il trattamento in questione – non si può pacificamente parlare di terapia – è sempre stato e resta sconosciuto e l’Azienda non è mai stata  – e non l’ho è tuttora  – in grado di definire un percorso terapeutico e quindi, dopo le infusioni, di prendere in cura e monitorare le condizioni degli stessi.

La Commissione Scientifica istituita dal Ministero ha evidenziato la “inadeguata descrizione del metodo” e la “insufficiente definizione del prodotto”, cioè la mancanza delle precondizioni per progettare una verifica che abbia carattere di scientificità. Va anche tenuto presente che i pazienti, spesso provenienti da altre Regioni, hanno preferito non presentarsi alle visite di controllo programmate dall’Azienda Ospedaliera di Brescia e rivolgersi a medici o strutture di propria fiducia, sulle valutazioni dei quali l’Azienda non può in alcun modo interferire o entrare nel merito.

Non si può sottacere la condotta del Dott. Andolina, il quale opera in stretta collaborazione con Stamina ed è pertanto a conoscenza delle caratteristiche del trattamento e che ha sottoscritto centinaia di prescrizioni seriali cambiando solo il nome del paziente e l’indicazione della patologia, talvolta senza nemmeno visitare i pazienti, circostanze queste emerse nei vari giudizi innanzi ai Tribunali del Lavoro. In ogni caso l’Azienda, nel rispetto di quanto disposto dalla legge, provvede ad inviare alle competenti Autorità Sanitarie  i dati relativi alla somministrazione del trattamento.

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Redazione BsNews.it

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