Categories: Cronaca

Casa, in settanta per fermare lo sfratto di due donne e sei figli

La doppia mobilitazione antisfratto in ivia Privata De Vitalis 5 lanciata da Diritti per Tutti e Comitato provinciale contro gli sfratti di Brescia e provincia si è trasformata mercoledì 26 giugno in una colazione solidale, a cui hanno partecipato una settantina di persone, dalle sei del mattino fino attorno alle dieci, quando è arrivata l’ufficialità del rinvio.

Il rinvio di tre mesi, annunciato in extremis dalla Prefettura nel tardo pomeriggio del 25 giugno, è stato giudicato da attiviste e attivisti, in conferenza stampa davanti ai due appartamenti in questione come una grande “vittoria preventiva della lotta che ormai da quattro anni anima Brescia e provincia”.

“E’ stata infatti – ha detto Paola Zara del Comitato provinciale contro gli sfratti e di Diritti per Tutti – proprio la mobilitazione, creata ormai da un mese sotto lo slogan delle “Termopili degli sfratti”, e l’annuncio di una presenza di massa e a oltranza a impedire che un multiproprietario, titolare oltre che di immobili abitativi, di strutture commerciali e alberghiere tra Brescia e la Riviera Romagnola, sbattesse in mezzo a una strada due giovani donne con i loro sei figli”.

“Il rinvio di tre mesi è tuttavia una soluzione ponte – ha aggiunto la Zara – e non definitiva: c’è comunque stato l’impegno pubblico dell’Amministrazione comunale (attraverso il neoassessore alla casa, Marco Fenaroli) al passaggio da casa a casa: noi resteremo vigili e non ci dimenticheremo di quanto è stato annunciato".

Due cose sono comunque certe per attiviste e attivisti: "è  stata solo – ha aggiunto Maurizio Murari, attivista oltre che esponente dei Cobas, che hanno offerto brioches e caffè ai presenti – l’azione diretta, e dal basso, a portare le istituzioni a interessarsi del caso e a piegare il multiproprietario ad un rinvio, in precedenza negato, tanto da arrivare a chiedere con forza lo sgombero coatto. La piaga degli sfratti per morosità incolpevole a Brescia e provincia non necessita più, comunque, di soluzioni tampone. Solo nel mese di luglio, e solo a Brescia città, ci saranno altri appuntamenti che già si preannunciano caldi. Qualche esempio? Giusto tre: in via Lamarmora ci sarà un quarto accesso il 15 luglio, in via Corsica un quinto accesso il 25 luglio, giorno in cui è previsto anche un terzo accesso in via Rotonda Montiglio. E’ una vera e propria emergenza sociale, e sono quindi sempre più imprescindibili interventi  strutturali, che passino anche attraverso un periodo di tregua da sfratti, sgomberi e pignoramenti, cioè da una moratoria immediata e generalizzata“.

Per Jessenia, giovane donna di origine colombiana con tre figli di 3, 7 e 11 anni, ed Ester, di origine peruviana, con figli di 2,4 e 17 anni, ci sarà quindi un’estate di sicuro non serena, ma quantomeno meno drammatica di quanto si temesse prima della mobilitazione dal basso e del – successivo – rinvio annunciato dalle istituzioni.

"Quello che chiediamo – ha chiuso la stessa Ester – non è la carità: abbiamo sempre pagato 613 euro di affitto, poi abbiamo perso il lavoro nel settore delle pulizie e non ce l’abbiamo fatta più. A settembre cosa succederà? Chiediamo di poter pagare quanto possiamo, senza regali o privilegi, ma con diritti. Per noi e per i nostri figli, alcuni dei quali nati in Italia, e tutti scolarizzati qui".

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Redazione BsNews.it

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