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Rebecchi (Pd): “Del Bono? Ci avevo scommesso tre anni fa. Ma ora riproviamo a dialogare con Paroli”

(a.t.) Pochi l’hanno messo in evidenza. Ma Aldo Rebecchi – con il segretario cittadino Giorgio De Martin e l’ex assessore Fabio Capra – è certamente uno dei padri della vittoria elettorale di Emilio Del Bono in Loggia. Sono passati quasi due anni, infatti, dal giorno in cui l’ex deputato Ds (ed ex segretario della Cgil bresciana) uscì allo scoperto e rilanciò ufficialmente la candidatura di Del Bono per la poltrona di sindaco. Una forzatura attorno a cui si raccolsero nell’immediato diversi mugugni e qualche applauso. Ben presto, però, la proposta acquisì il consenso della maggioranza del gruppo consiliare e poi, con qualche mal di pancia, dell’intero partito. Lunedì le urne gli hanno dato ragione.

L’ingresso di Del Bono in Loggia è anche una sua vittoria.

E’ innanzitutto la vittoria di Emilio. Come di tutto il partito e del segretario Giorgio De Martin, che non a caso lunedì è stato fatto saltare in trionfo dalla gente riunita sotto il porticato della Loggia. Del Bono è stato il miglior consigliere comunale degli ultimi cinque anni. Ed è rimasto al suo posto a combattere invece che cedere a facili lusinghe come quella di un posto in A2A. La sua ricandidatura mi sembrava la scelta naturale…

In molti però temevano che Del Bono fosse sconfitto da Paroli come cinque anni prima.

Questa argomentazione non mi ha mai convinto. Se Del Bono era la figura migliore, come poi hanno dimostrato i voti, era anche giusto che il candidato fosse lui. Se l’è conquistato sul campo quel ruolo. Oltretutto la precedente sconfitta era stata indotta anche dal clima nazionale, mentre stavolta il vento ci è stato favorevole. Oggi, comunque, rilevo con soddisfazione che tutti sono con Emilio.

E’ stata dura affermare la candidatura di Del Bono?

All’inizio avevamo contro una parte del partito. Ma nel percorso non abbiamo incontrato grandi ostacoli: nessuno ha mai avanzato proposte alternative vere.

Nemmeno Bragaglio, che nel partito è senza dubbio una delle figure con cui lei e Del Bono – in questi cinque anni – avete avuto i rapporti più critici. Che futuro immagina per lui?

Come noto io e lui abbiamo spesso opinioni diverse. Ma ho sempre rispettato la sua opinione. Claudio è una risorsa importante per questo partito, e una persona di grande valore dal punto di vista tecnico. Nel Pd di risorse così non ce ne sono molte: mi batterò perché venga utilizzata. Claudio va “sfruttato”.

Invece con Paroli? Si può costruire un dialogo con la sua opposizione.

Innanzitutto bisogna avere comprensione per chi ha perso. Posso capire il disagio di Paroli perché è lo stesso che ho provato io cinque anni fa. Mi auguro però che ora si riescano a creare le condizioni per superarlo e che si trovi un punto di confronto. Da sempre credo che l’opposizione debba avere un ruolo riconosciuto, non a caso cinque anni fa feci anche inserire nel nostro programma elettorale il fatto che la presidenza del consiglio comunale dovesse essere assegnata a un rappresentante della minoranza. Poi vinse il centrodestra e prevalse la logica del: ‘non è mai successo con Corsini, non inizieremo noi’. Ecco: ora il centrosinistra non può fare lo stesso ragionamento.

Lei invece che farà? In questi mesi ha cercato di ritagliarsi un ruolo da padre nobile. Ma se Del Bono dovesse chiederle di impegnarsi direttamente?

Sarà il sindaco a decidere. Ma sono stato già chiaro: sono pronto a dare un contributo nel ruolo che mi verrà chiesto, sia che si tratti di un’azienda partecipata sia che si parli di un eventuale staff del sindaco. Ma la condizione è che si tratti di incarichi gratuiti. Se dovesse essere previsto un gettone di presenza lo restituirei. Ho già avuto molto da questa città e ho un reddito che mi consente di vivere più che dignitosamente: oggi le scelte devono avere anche questo segno.

Da Del Bono invece cosa si aspetta? Che si inserisca rapidamente nel solco della tradizione amministrativa della città o che sia in qualche modo una rottura alla Renzi?

Serve il giusto mix. In alcune scelte, di certo, sarà necessaria la determinazione di Renzi. Ad esempio in autunno rischia di porsi in maniera ancora più drammatica il problema di una situazione economica che non va migliorando e sarà necessario mettere in campo il massimo sforzo, insieme alle forze imprenditoriali e sociali, per evitare il disastro.

Del Bono è la persona giusta?

Emilio ha cultura amministrativa, è uno che le delibere le sfoglia dalla prima dall’ultima pagina ed entra sempre nel merito dei problemi. In questo io sono più “superficialmente politico”. Inoltre sa ascoltare, senza impuntarsi come Paroli. Se riuscirà mantenere la passione e la modestia di qoggi sono sicuro che sarà un ottimo sindaco.

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Redazione BsNews.it

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