Bsnews.it ha ricevuto nei giorni scorsi due lettere sull’edizione 2013 della Mille Miglia. Di seguito i testi inviati dai lettori e la risposta del direttore Giorgio Costa.

LETTERA 1

Carissimo Direttore,

diciamo la verità, senza nasconderci dietro illusioni e dichiarazioni roboanti: l’edizione 2013 della Mille Miglia è stata la più deludente e provinciale da quando se ne ha memoria. Su questo nessuno, neanche gli organizzatori, possono far finta di non essere d’accordo. Detto questo il problema è capire cosa è successo, e come evitare che accada di nuovo. Perché   la Mille Miglia è il motore della promozione di Brescia e del nostro territorio in tutto il mondo, è il nostro “duomo”, il nostro “Colosseo”.

Cosa è successo è chiaro:  si sono persi i marchi grandi marchi automobilistici  come sponsor (ne è rimasto solo uno, tedesco), non si è investito in promozione e comunicazione,  non si è investito nemmeno in iniziative per la città.  Il risultato è stato uno schiaffo a tutti coloro che amano la Mille Miglia e che credevano che la gestione diretta potesse essere un  ulteriore passo avanti per far diventare la Freccia rossa famosa e amata in tutto il mondo. E invece è stato un  deprimente passo indietro. Si è voluto risparmiare?  Si spieghi perché, tanto più che il numero delle auto è stato aumentato (cosa mai concessa prima) con un maggiore introito di circa 300mila euro.  Non si sono trovati sponsor? E allora si dica che si è fallito nel marketing e nella comunicazione.  Insomma non si faccia finta di niente, sarebbe la cosa peggiore. Certo è che la promessa di una Mille Miglia più grande e più bella si è trasformata nella minaccia di una Mille Miglia più provinciale e “nascosta”. E la minaccia è diventata realtà.

Ora però bisogna fare in modo che la deriva si fermi subito, prima che i danni siano troppo grandi. Dobbiamo farlo tutti insieme: le istituzioni, i cittadini, le forze sociali ed economiche .

Senza restare schiavi di un provincialismo che non è solo vecchio e sciocco, è anche tremendamente pericoloso.  Per la Mille Miglia e per Brescia.

Massimo Luigi Confalonieri

LETTERA 2 

Egregio Direttore,

la Mille Miglia torna a casa, hanno gridato ai quattro l’Aci di Brescia quando ha deciso di gestire in proprio la gara. Avevano ragione loro: non solo è tornata a casa, ma ci si è pure  chiusa dentro.  Chiusa come non accadeva da  lungo tempo. Con questa edizione “fatta in casa” la Mille Miglia si è trasformata da regina mondiale a evento locale. Negli anni passati abbiamo visto la corsa più bella del mondo su tutti i giornali e su tutti i telegiornali, abbiamo visto foto e immagini di presentazioni all’estero, abbiamo visto città che si riempivano per accoglierla. Abbiamo visto pagine pubblicitarie, spot, una comunicazione di alto livello professionale  che ci riempiva di orgoglio. Quest’anno niente di tutto questo, e basta dare un’occhiata al sito per capire quanto  l’immagine della corsa a livelli  di corsa campestre di paese. Non solo, la “nuova” Mille Miglia  ha anche svuotato la casa in cui sarebbe tornata, la sua Brescia. Niente Notte bianca, niente città abbigliata con i simboli della Freccia Rossa, niente coinvolgimento degli esercizi commerciali, niente iniziative speciali per far vivere la corsa al di là dei suoi tre giorni. Insomma il vuoto.

Perché?  Ci sono solo due spiegazioni possibili. O siamo di fronte a un dilettantismo incapace di giocare a livelli che non siano quelli del piccolo cabotaggio, oppure esiste un disegno per ridimensionare la Mille Miglia, renderla qualcosa di  piccolo, solo per addetti ai lavori e che vive di passato.  Se è questo “tornare a casa” allora è meglio, molto meglio, uscire all’aria aperta.

Marco Morandi

LA RISPOSTA DEL DIRETTORE

Rispondo volentieri alle lettere di due nostri lettori inviateci in merito alla recente edizione della Mille Miglia.

E’ innegabile che la Mille Miglia 2013 sia stata un’edizione in sordina. L’eco sulla stampa e sui molti canali televisivi, che negli scorsi anni dedicavano ampi spazi alla “corsa più bella del mondo”, è quasi completamente sparita, gli stand degli sponsor sono vistosamente calati, ma soprattutto l’eco che è mancata maggiormente, è stata quella dei rombanti motori che invadevano la nostra città nelle settimane precedenti alla manifestazione.

Cercando di analizzare le cause di questo risultato, se non proprio deludente, sicuramente insoddisfacente, escludo  con decisione che ci sia stato un disegno di ridimensionamento e non ritengo corretto e plausibile mettere in dubbio la buona fede degli organizzatori, tutte persone che amano la Mille Miglia e Brescia almeno quanto la possiamo amare noi. Fermo questo, ritengo che il risultato non eclatante, sia frutto di una serie di concomitanze, alcune dovute a fattori esterni, ma anche ad errori di valutazione nella strategia iniziale. Tra le cause esterne e occasionali, possiamo considerare la gravissima crisi economica che ha sicuramente pesato sulla raccolta degli sponsor, il meteo inclemente più degli scorsi anni, a cui la Mille Miglia è tradizionalmente forgiata, ma che ha vissuto nel 2013 il peggior maggio da settant’anni, le “dimissioni” dell’amministratore delegato Sacco in piena fase organizzativa. Analizzando invece la strategia utilizzata si evidenziano alcuni problemi che ritengo insormontabili, anche per le prossime edizioni ed anche qualora non si verifichino più le negative casualità di quest’anno. La Mille Miglia Srl è una società che deve sottostare alle normative delle aziende pubbliche e deve realizzare appalti basati principalmente sulla convenienza economica e meno sulla qualità dei servizi erogati. Inoltre non avrebbe potuto comunque sopperire con riserve straordinarie a risultati non meno che ottimali. Perché la Mille Miglia cresca è necessario fare investimenti anche sugli anni a venire ma,  a causa delle ben note vicende, si sarebbe rischiato di vedere la vicenda in aule di tribunale. Gli investimenti su un anno “storto” possono essere fatti solo da un privato che peraltro, per effettuarli dovrebbe avere un mandato di più anni. La proposta di Massimo Tedeschi, di quasi un anno fa, di creare una fondazione che possa appaltare la gara, richiedendo risultati qualitativi e non solo economici potrebbe essere a questo punto, l’unica soluzione possibile, anche alla luce della possibilità, tutt’altro che remota, che l’ACI nazionale, oggi che il bollo si fa nelle tabaccherie e l’assistenza con carro attrezzi è garantita dalle case automobilistiche,  sopprima in nome della “spending review”, tutte le sedi provinciali, avocando a sé anche la Mille Miglia che, pur rimanendo italiana, traslocherebbe definitivamente da Brescia.

Giorgio Costa 

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Redazione BsNews.it

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