Per ora sono poche le certezze, una di queste è che l’enorme chiazza giallo-sossa galleggiante sulle acque del Sebino non sarebbe dovuta a fenomeni naturali, e non conterrebbe alghe o altri vegetali. L’altra certezza è che non si potranno ricavare dati utili alle indagini dalla stazione galleggiante di rilevamento, visto che si è scoperto essere fuori uso.
A distanza di ormai quasi una settimana dall’episodio di sabato scorso che, all’altezza di Pisogne, ha fatto confluire nel Sebino un liquido galleggiante che non accenna a dileguarsi (leggi la notizia), proseguono a ritmo serrato le indagini, e insieme monta la polemica da parte di Legambiente e di quanti hanno a cuore il lago. A fugare i dubbi circa la possibilità che la macchia sia dovuta semplicemente ad una fioritura algale (fenomeno non nuovo sul Sebino) ci ha pensato l’Arpa di Brescia.
Da parte di Legambiente, il presidente del circolo Basso Sebino, Dario Balotta, ha nel frattempo confermato la decisione di costituirsi parte offesa nel procedimento presso la Procura di Brescia. Nel ribadirlo ha pure richiamato a gran voce l’importanza per il lago che venga ripristinato il servizio della motovedetta, deterrente importante per episodi di inquinamento doloso come quello che si è verificato sabato.
(a.c.)
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