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Movida del Carmine: 12 cittadini mettono in mora la Loggia

Il tempo dell’attesa è terminato: i cittadini del Carmine stufi di “essere presi in giro dalle Istituzioni” – si legge in una nota – cominciano l’iter legale per un’azione giudiziaria nei confronti dell’amministrazione Comunale. La settimana prossima il coordinamento legale metterà in mora (darà l’ultimo avviso) su mandato di 12 cittadini, il Comune Di Brescia dando 15 giorni di tempo per risolvere definitivamente i problemi che sta causando la cosidetta “movida”.

Nel documento oltre a far la cronostoria di come si è giunti a questa insostenibile situazione si scrive che:

  • rilevato che numerosi, circostanziati e documentati sono stati gli esposti avanzati dai miei Patrocinati e da molti altri cittadini aventi ad oggetto la cosiddetta “movida” nel Centro Storico;

  • appurato che tale fenomeno, oltre a generare preoccupanti conflittualità sociali, è in primo luogo gravemente nocivo per la salute dei residenti, pericoloso per l’incolumità pubblica e per la sicurezza nonché, seppur in via secondaria, sta provocando una pesante svalutazione delle proprietà immobiliari della zona, divenute ormai non più appetibili per potenziali acquirenti/investitori;

  • osservato che l’istruttoria disposta da Codesto Comune ha definitivamente ed inequivocabilmente cristallizzato la oggettiva situazione contra legem venuta a crearsi da molti mesi nella zona di Via Fratelli Bandiera e vie adiacenti;

  • verificato che tutti i competenti Uffici Comunali hanno avuto modo di analizzare ampiamente la questione;

  • constatato dalla stampa come la S.V. attribuisca alla stato delle cose anche rilevanza sotto il profilo dell’ordine pubblico;

  • considerato che, ai sensi dell’art. 54 T.U.E.L. “il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta con atto motivato provvediment, contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumita’ pubblica e la sicurezza urbana” e che “in casi di emergenza, connessi con il traffico o con l’inquinamento atmosferico o acustico, ovvero quando a causa di circostanze straordinarie si verifichino particolari necessità dell’utenza o per motivi di sicurezza urbana, il sindaco può modificare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonché, d’intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio, adottando i provvedimenti di cui al comma 4”;

  • evidenziato che “il potere d’ordinanza ex art. 54 t.u.e.l. è legittimamente emanabile anche per rimuovere situazioni risalenti nel tempo ed in relazione alle quali non si era intervenuti in precedenza, essendo a tale riguardo sufficiente la permanenza al momento dell’emanazione dell’atto della situazione di pericolo” (cfr. Consiglio di Stato 28 marzo 2008, n. 1322 e 10 febbraio 2010, n. 670);

sottolineato come il Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Brescia preveda che “Chiunque eserciti un’arte, un mestiere o una industria, deve usare ogni accorgimento per evitare molestie o incomodo ai vicini” (art. 38, comma I) e ancora: “I gestori dei locali come esercizi pubblici o commerciali, artigianali o industriali, circoli privati, o attività di servizio al pubblico o altro luogo di ritrovo, ove si determini l’aggregazione di persone all’interno o all’esterno dei locali stessi, che causano pregiudizio per la quiete pubblica, o pericoli col loro comportamento, hanno l’obbligo di porre in essere tutte le cautele e le attività possibili atte a scoraggiare tali comportamenti, attivandosi per rimuovere le cause” (art. 39, comma I). “I soggetti di cui al comma I devono altresì porre in essere ogni cautela per assicurare che i suoni e rumori prodotti nei locali non arrechino disturbo all’esterno tra le ore 23 e le ore 8” (art. 39, comma II). Il Regolamento citato prevede gravi conseguenze in caso di violazione delle disposizioni che vanno dalla sanzione pecuniaria, alla riduzione dell’orario di apertura dei singoli locali, alla revoca del titolo autorizzatorio.

Per quanto sopra esposto si richiede

che vengano adottati in via d’urgenza e a tutela del loro primario diritto alla salute, i provvedimenti consentiti dalla normativa richiamata ivi incluse le indispensabili misure volte ad anticipare l’orario di chiusura dei locali.

In ogni caso, ove anche la presente ultima istanza non trovasse accoglimento entro e non oltre quindici giorni si procederà in ogni competente sede di giustizia, civile e penale, a tutela dei diritti fondamentali nonché per ottenere il risarcimento dei danni subiti, evidenziando ogni responsabilità eventualmente individuabile anche sotto il profilo omissivo.

Sarà inoltre presentato un’esposto alla procura sulle deroghe concesse per l’apertura di alcuni locali, deroghe che nel resto della città non

vengono date, ipotizzando, se queste non risultassero pertinenti e legittime, reati previsti e puniti dal codice penale.

Il coordinamento legale formato da 4 avvocati è disponibile gratuitamente per promuovere ulteriori azioni giudiziarie, informazioni e comunicazioni vogliamodormire@bresciain.it

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Published by
Redazione BsNews.it

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