Continua a far discutere il caso dello sfratto di Borgosatollo, rinviato con l’intervento di Diritti per tutti. Dopo le accuse di Forza Nuova, l’associazione antagonista aveva replicato sostenendo che la padrona di casa aveva addirittura “invitato un rappresentante dell’Associazione a casa sua per bere una bottiglia di vino di loro produzione come gesto di ringraziamento”. Ma l’avvocato della donna, Alan Sandonà, ha smentito seccamente questa ipotesi e, quindi, Forza Nuova è tornata sull’argomento parlando di “figuraccia di Diritti per tutti e dell’estrema sinistra bresciana”.
ECCO IL TESTO DELLA NOTA DELL’AVVOCATO
Sulle testate on line, nel pomeriggio di ieri (7/11), con riguardo ad una procedura esecutiva per rilascio d’immobile condotta in Borgosatollo, è stata pubblicata e/o comunque s’è fatto riferimento ad una nota dell’associazione Diritti per tutti secondo la quale quest’ultima, con il proprio intervento di mediazione, avrebbe tutelato anche gli interessi della proprietà e, per ciò, ne avrebbe ricevuto i ringraziamenti e/o riconoscimenti. La proprietaria dell’immobile smentisce con fermezza tali affermazioni ed intende chiarire quanto appresso.
L’intervento della predetta associazione, ben lungi dal tutelare gli interessi della mia mandante, come pure dal potersi considerare di “mediazione”, ha avuto l’esplicito ed esclusivo scopo di far ottenere al conduttore – peraltro anch’egli attivista di “diritti per tutti” – un’ulteriore proroga per il rilascio dell’appartamento che da tempo occupa sine titulo.
A tale proroga, peraltro, la proprietaria settantenne ha acconsentito al mero fine di scongiurare i possibili disordini a cui avrebbe potuto dar la stura un suo – pur legittimo – rifiuto; e, dunque, nella consapevolezza di dover patire, a causa del blitz dei predetti attivisti, l’ennesima mortificazione del suo diritto a tornare in possesso di un immobile che avrebbe dovuto esserle riconsegnato già dal 4 giugno 2012; e ciò in forza di un’ordinanza emessa dal Tribunale di Brescia all’esito di un giudizio svolto nell’effettivo contraddittorio delle parti e nel corso del quale, peraltro, il conduttore aveva già chiesto ed ottenuto un termine di quattro mesi per sanare una morosità risalente all’ottobre 2011.
Infine, consta non corrispondere a verità l’affermazione dell’associazione che il conduttore avrebbe da poco ripreso il lavoro, posto che egli, dipendente a tempo indeterminato presso importante azienda bresciana, non lo ha mai perduto; fatto, quest’ultimo che esclude in nuce l’esistenza di un incolpevole stato di bisogno, connota quale colposa l’ingente e persistente morosità, e, infine, tinge di sostanziale ingiustizia l’operato dell’associazione Diritti per tutti che, nei fatti, impedisce l’esecuzione dei provvedimenti giudiziali e dunque l’attuazione dell’ordinamento giuridico.
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