Di seguito pubblichiamo la presa di posizione del Movimento non violento di Brescia, che espone quello che a suo avviso è il reale significato del 4 novembre.
Anche quest’anno il 4 Novembre si celebra l’anniversario dell’armistizio che nel 1918 pose fine alla prima guerra mondiale.
Ancora una volta qualcuno vorrà farla diventare una festa delle Forze Armate.
Ancora una volta si cercherà di far dimenticare le responsabilità e gli interessi economici di una logica militarista che provocò 9 milioni di morti.
Quella che lo stesso papa Benedetto XV definì "un’inutile strage" ci portò poi in eredità il nazifascismo e la seconda guerra mondiale.
Noi in questa occasione vogliamo invece ricordare tutte le vittime di quella carneficina, e con loro tutte le vittime di tutte le guerre.
Vogliamo ricordare l’art. 11 della Costituzione: "L’italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali".
"Ripudia", dice la nostra Costituzione, cioè rifiuta per il futuro, ma vuole mettere in discussione anche il passato, lo sottopone ad analisi critica per le scelte fatte e per la loro conseguenza.
Tocca a noi, oggi, ridare significato al dettato costituzionale, ripensare e rivedere scelte di interventi militari dove, ancora una volta, le Forze Armate si rendono responsabili di stragi inutili di civili, compresi vecchi, donne e bambini.
Smettiamola di nasconderci dietro la giustificazione di "interventi umanitari" , di presunta "esportazione di democrazia" o di tragicamente ipocriti "effetti collaterali".
Dopo dieci anni di continuo riarmo, nel mondo, nel 2011 si è superato il picco storico di spese per gli armamenti mai raggiunto in precedenza precedenza nemmeno nella seconda guerra mondiale.
Conosciamo gli interessi economici che si nascondono sotto l’apparato militare. Sappiamo che la difesa militare è un settore dove gli sprechi sono "organici" al sistema e non conoscono tagli (vedi il faraonico finanziamento preventivato per l’inutile progetto degli F35).
Sappiamo anche che troppe armi finiscono per sparare, e la rincorsa al riarmo generalizzato è uno dei presupposti per nuove guerre.
Per questo chiediamo di commemorare le Vittime e non gli eserciti, strumento dei carnefici.
Il 4 novembre si onora proclamando un ineludibile: "Basta vittime, mai più guerre".
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