Un buon successo di pubblico ieri ai laghi di San Polo. L’iniziativa di Piattaforma civica ha visto affluire al lago Paradiso e all’omonima discoteca oltre un migliaio di persone, contate in base ai numeri dei pasti consumati e delle bevande somministrate (con stoviglie compostabili e raccolta differenziata finale). Il tempo inizialmente incerto si è poi risolto in una calda giornata di sole e molti, soprattutto a partire dal primo pomeriggio, hanno partecipato alla manifestazione, premiando lo sforzo di Piattaforma civica e delle varie associazioni sportive – e non – che avevano aderito. Famiglie e bambini i protagonisti. I più giovani hanno potuto cavalcare, provare le canoe da uno dei pontili del lago Paradiso (almeno trecento bambini), la vela, lo sci nautico. E poi, senza tregua, il tennis, il judo, il rugby, un circuito per la mountain bike, ma anche un percorso di conoscenza naturalistica dell’area dei laghi, la danza, lo stand promozionale e delle immersioni subacquee, e, non ultimo, quello dello sci, allestito dallo sponsor tecnico della manifestazione Alpi Sport. La maggior parte dei visitatori, e molti erano anche nonni, hanno detto che neppure sapevano dell’esistenza di quel grande lago, che tra l’altro è uno dei diversi della zona e neppure il più esteso. La circostanza è sintomatica del tempo perso e delle opportunità non sfruttate in questi anni. Il diffuso stupore di ieri di non conoscere una parte importante e bella della propria città deve essere davvero motivo di riflessione. La mattina, in una gremita saletta da cento posti appositamente allestita, un attento pubblico ha seguito l’incontro sul Parco delle cave, come esempio di urbanistica partecipata. Dopo l’introduzione di Francesco Onofri, hanno preso la parola i relatori Alessandro Benevolo, Gianpiero Ribolla, Flavio Faustini, Angela Paparazzo e Guido Granello (questi due ultimi del Codisa, che da sempre combatte per il parco), con le voci di sintesi dei professori Pierre-Alain Croset e di Carlo Olmo, direttore dell’Urban Center di Torino. Si è trattato di un interessante e incalzante confronto dialettico, fatto anche di analisi della criticità ambientali, proposte, esempi virtuosi stranieri di parchi urbani e interurbani, linee guida per il futuro. Un esempio di come dovrebbe essere l’urbanistica partecipata, un percorso pluralista autentico, la costruzione di un disegno di sintesi attento ai bisogni sentiti della città.

“Questo abbiamo voluto fare e abbiamo fatto ieri”, ha dichiarato il candidato sindaco Francesco Onofri, “portare i cittadini a conoscere il loro patrimonio e il loro territorio urbano, a immaginare e a desiderare un futuro migliore nella fruizione di spazi verdi collettivi, di un paesaggio urbano a misura delle esigenze dei bresciani e delle famiglie in particolare, fatto anche di occasioni di sport e ricreazione e godimento della natura. E tutto dentro i confini della città, a un quarto d’ora di bicicletta dal centro. Piattaforma civica si è misurata e ha misurato il bisogno di risposte concrete della città alla sua domanda di qualità della vita. Non solo il parco delle cave da ieri è più vicino. Ma lo è anche la nostra coscienza di essere nel panorama della politica bresciana un’importante voce in più, un’opportunità diversa, in crescita, consapevole, aggregante e concreta”.

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Redazione BsNews.it

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