In Lombardia potranno essere le istituzioni scolastiche a reclutare direttamente il personale docente. E’ quanto prevede l’articolo 8 del progetto di legge 146 “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione” (relatore, Mario Sala, PdL), approvato ieri mattina a maggioranza dal Consiglio regionale.
La seduta si è aperta proprio con il dibattito e la votazione di questa norma, così come modificata da un emendamento dello stesso relatore Sala. Respinti invece tutti i sub emendamenti presentati, circa 60 firmati dall’Italia dei Valori. La nuova norma stabilisce che le Istituzioni scolastiche statali, a titolo sperimentale, possono organizzare concorsi per reclutare il personale docente, con incarico annuale, necessario a svolgere le attività e favorire la continuità didattica. Alla selezione, che avverrà – si legge – nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità, potranno partecipare gli insegnanti iscritti alle graduatorie provinciali fino ad esaurimento.
“Nonostante la nuova formulazione renda migliore il testo dell’articolo – ha detto il Consigliere regionale Fabio Pizzul (PD) – restano comunque tutti i limiti e le criticità legate a questa scelta. Rimane dunque una forzatura che sarebbe stato meglio evitare nell’ottica di un impegno concreto verso una riforma sul tema del reclutamento degli insegnanti”. “L’articolo 8 – ha spiegato Luciana Ruffinelli (Lega Nord) – sta dalla parte della scuola, degli studenti e delle loro famiglie. Abbiamo preso tutte le precauzioni del caso: la sperimentazione partirà dopo un accordo col MIUR, si utilizzeranno solo gli insegnanti iscritti nelle graduatorie provinciali fino a esaurimento e saranno garantite imparzialità, trasparenza e pubblicità nella selezione”. “Mi pare che la proposta dell’opposizione – ha continuato il Capogruppo del PDL Paolo Valentini – di stralciare questa norma nell’ottica di una riforma sia solo ostruzionistica perché l’articolo 8 non è frutto di un blitz della maggioranza ma è da tre mesi che se ne parla”. “E’ vero che se ne parla da tre mesi – ha replicato Stefano Zamponi (Capogruppo IdV) – ma in questo caso si tratta esclusivamente di una volontà ideologica e rappresenta una presa di posizione di chi ha una concezione della scuola opposta alla nostra”.
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