Il sindaco nega la casa agli stranieri con meno di cinque anni di residenza. Proteste della Cgil

L’Asgi, associazione studi giuridici sull’immigrazione, e la Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’Uomo – con il sostegno della Camera del Lavoro di Brescia – hanno inviato una lettera al sindaco di Sirmione  (e coordinatore provinciale del Popolo della Libertà) Alessandro Mattinzoli affinché modifichi l’avviso pubblico del 25 gennaio scorso con il quale vengono stabiliti i requisiti per la formazione di una graduatoria per l’alienazione di alloggi ubicati del Piano di recupero “Ex – Kursaal”. In tale avviso, tra i requisiti necessari per i cittadini non italiani o di Stato appartenente all’Unione Europea, si richiede la residenza in Italia da almeno cinque anni e «l’avere avuto, per il medesimo periodo di almeno cinque anni, un’attività lavorativa stabile nel comune di Sirmione».

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO 

Richieste del genere sono del tutto illegittime. Il testo unico sull’immigrazione stabilisce il principio di parità tra cittadini italiani e stranieri e, nel solo articolo 40, prevede che per l’accesso ai soli alloggi di edilizia residenziale pubblica il cittadino straniero abbia un permesso di soggiorno almeno biennale e svolga una regolare attività di lavoro autonomo o subordinato.

Tale deroga al principio di parità non riguarda l’avviso fatto dal Comune di Sirmione, dal momento che non si sta parlando di accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica bensì di alienazioni. E, fosse anche così, in ogni caso i requisiti richiesti sono ben più restrittivi (e quindi illegittimi) rispetto a quanto previsto dalla normativa. Da qui l’invito al Comune di Sirmione affinché modifichi l’avviso in questione.

Asgi e Fondazione Piccini hanno inviato una lettera anche all’Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni che fa capo alla Presidenza del Consiglio, affinché si esprima a riguardo, e al difensore civico della Lombardia e alla prefettura di Brescia affinché assumano le iniziative che ritengono più opportune in merito a quanto segnalato.

«In una situazione sociale di estrema precarietà lavorativa e nella quale i diritti, invece che essere estesi a chi subisce una condizione di abuso, vengono erosi fa particolarmente impressione il bando del Comune di Sirmione – afferma il segretario della Camera del Lavoro di Brescia Damiano Galletti -. È infatti la prima volta in provincia di Brescia che  viene messo tra i requisiti l’avere un lavoro stabile per almeno cinque anni. Una cosa che, nello specifico, oltre a cozzare contro il buon senso (che nesso c’è tra l’alienazione di un immobile e la nazionalità di una persona?) risulta offensivo per i tanti che un lavoro minimamente stabile purtroppo non ce l’hanno».  

 

 

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Redazione BsNews.it

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