Cari fumatori, il vostro posacenere non siamo noi
di Lucia Marchesi – Parliamo di sigarette. E, quindi, di fumatori. Sembra che a Brescia fumino praticamente tutti, o quasi, compresi quelli che sarebbero troppo giovani per farlo. Tanto che, la settimana scorsa, sul terrazzo del Freccia Rossa, un ragazzino mi ha chiesto «Scusa, hai una sigaretta?» e, alla mia risposta «Mi spiace, non fumo», lui ha sbarrato gli occhi e con aria stupita ha esclamato «Perché?!». Non ho potuto fare a meno di sorridere mentre gli spiegavo che il fumo, secondo me, è un vizio troppo costoso, oltre a fare malissimo alla salute. Lui mi ha guardato e prima di andarsene mi ha detto «Hai ragione, il fumo fa male. Si vede che tu non fumi, perché sei così bella». Finalmente in giro sono tornati i gentiluomini! Avrebbe potuto essere mio figlio, ma bisogna sapersi accontentare.
Comunque, dicevamo, negli ultimi anni è stata avviata una piccola guerra contro il fumo, iniziata con le campagne di sensibilizzazione, passando per la stampa sui pacchetti di lapidi con scritto praticamente “Muori domani” e culminata con il divieto di fumare nei locali pubblici, a meno che non ci siano apposite sale dotate di aspiratori. Da non fumatrice, ovviamente ho gradito molto quest’ultima regola, ma da amica di fumatori devo purtroppo notare che non sono molti i locali dotati di sala fumatori, quindi i fumatori e i loro poveri, incolpevoli, accompagnatori molto spesso si ritrovano a dover stare all’aperto, in qualsiasi condizione climatica.
Ma, banditi praticamente da qualsiasi locale pubblico, come si comporta buona parte dei fumatori bresciani?
Visto il divieto, in città si sono moltiplicati i cestini muniti di posacenere, fuori dai bar ci sono le colonnine in cui buttare le sigarette, eppure. Eppure le strade di Brescia sono tappeti di moccini, le zone del centro sono disseminate di mozziconi di sigarette, per non parlare dei parchi pubblici.
Il terrazzo del Freccia Rossa, di cui vi parlavo all’inizio, è dotato di posacenere grandi come un letto matrimoniale, eppure il pavimento è un disastro; quando sono lì e vedo le ragazze che devono raccogliere quello schifo dal pavimento, non posso fare a meno di provare vergogna, anche se non fumo. E vi ricordate il principio di incendio provocato dal genio che ha buttato la sigaretta in un vano antisismico? Chissà cosa incendierà la prossima volta!
E quelli che camminano per strada con la sigaretta tra le dita? Magari in corso Palestro il sabato pomeriggio, con il rischio di “strinare” le mani di qualche adulto o, peggio, la faccia di un bambino. Per non parlare di quelli che fumano in auto. Allora, scusate se mi permetto, ma oggigiorno fanno auto in cui praticamente manca solo l’angolo cottura, volete farmi credere che non c’è il posacenere? Cosa sono quei lanci di mozziconi, ovviamente ancora accesi, dai finestrini? Il semaforo di via Fratelli Ugoni che regola l’accesso in piazza Repubblica è circondato da un tappeto di mozziconi alto tre dita.
E i prati, le aiuole, i parchi pubblici? Le aree dove giocano i bambini? Qualche anno fa, al Parco Martinoni, dove vado spesso a passeggiare con il mio cane, hanno installato uno scivolo di legno molto carino, di quelli con la casetta sotto, non so se avete presente. Insomma, la casetta è diventata il rifugio dei ragazzini che “bruciano” le lezioni. Il risultato è che, da gioco per i bambini, lo scivolo si è trasformato in una pattumiera a cielo aperto, con sigarette, lattine, carte di merendine e chissà quali altre schifezze! Non c’è da stupirsi se i genitori non portano più i loro bambini a giocare al Parco Martinoni, ed è un vero peccato, io ci andavo sempre.
Ognuno della sua salute, giustamente, fa quello che vuole, ma costa così tanto fare quattro passi fino al posacenere più vicino? Ce ne sono ovunque, perché non usarli?