“Bene le dichiarazioni del prefetto. In linea con le raccomandazioni dell’Unar sui diritti sociali irrinunciabili”. A dirlo è una nota della Cgil che commenta così le parole del prefetto Livia Brassesco Pace che, nell’intervento di fine anno, ha espresso soddisfazione per la diminuzione delle ordinanze ‘discriminatorie’ dei sindaci bresciani.

 

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO:

Nel tradizionale messaggio di auguri di fine anno, il prefetto di Brescia Livia Narcisa Brassesco Pace ha espresso soddisfazione per il fatto che «in quest´ultimo periodo sono diminuite le ordinanze che in nome della sicurezza urbana si innestano su questioni di nascita e di cittadinanza» e che, a riguardo, siano invece «altri i metodi da utilizzare per governare i flussi migratori» e come «al prefetto e ai sindaci non competa dare delle valutazioni, ma solo far rispettare ciò che il legislatore decide».

Come Camera del Lavoro non possiamo che essere lieti per tale sottolineatura dal momento che è oramai tre anni che ci troviamo obbligati a frequentare le aule dei tribunali per fare annullare ordinanze e delibere di sindaci che interpretano il loro ruolo in modo bizzarro e autoritario.

Proprio a fine novembre, peraltro, l’UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni che fa capo alla Presidenza del Consiglio) ha fatto una raccomandazione (n.781 del 29/11/2011) nella quale invita ad evitare condotte discriminatorie e sottolinea che quando una determinata prestazione di assistenza sociale è prevista dalla legge statale o regionale «ad essa automaticamente accedono, oltre che i cittadini italiani e i cittadini comunitari, anche gli stranieri extracomunitari regolarmente soggiornanti».

L’UNAR richiama a riguarda la sentenza della Corte Costituzionale (187/2010) nella quale si ricorda che «vi è un nucleo irrinunciabile di diritti fondamentali, tra i quali sono compresi anche diritti sociali, rispetto ai quali non è ammessa alcuna distinzione tra i consociati».

Con buona pace, insomma, dei sindaci bresciani di città e provincia che in questi anni hanno invece cercato di forzare la situazione. L’augurio è che, con il nuovo anno, le ordinanze discriminatorie finiscano nel dimenticatoio.

Camera del Lavoro di Brescia

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Redazione BsNews.it

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