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Abolire le Province? Meglio obbligare gli enti ad aggregarsi. Parola del presidente del Consiglio provinciale Faustini

“Perché non definire la dimensione minima in 500 abitanti per i Comuni, 500.000 per le Province e 1.000.000 per le Regioni definendo con legge l’obbligo di aggregarsi per raggiungere la dimensione minima?”. A lanciare la proposta, è il presidente del consiglio provinciale Bruno Faustini che con una nota inviata oggi interviene sul dibattito relativo al forte depotenziamento delle Provincie definito dalla nuova manovra.

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO

In questo momento in cui il dibattito sulla permanenza dell’Ente Provincia è particolarmente vivace, ritengo utile inviarVi l’ordine del giorno approvato dall’Assemblea nazionale Province italiane. Colgo l’occasione per meglio esprimere il mio pensiero e sottolineare come la difesa dell’Ente Provincia non è funzionale a mantenere un posto ed un ruolo, ma a richiamare tutti al fatto che dobbiamo smettere, in Italia, di fare scelte su spinte emotive che spesso hanno poco a che fare con la ragione. Una attenta analisi sul ruolo della Provincia ci può portare a qualsiasi scelta, anche all’eventuale cancellazione, ma il vero obiettivo deve essere quello di meglio organizzare l’insieme degli Enti e dei soggetti che governano i nostri territori, e ciò al fine sia di un risparmio che di un miglior funzionamento. Bisogna valutare se è funzionale e utile la persistenza di piccolissimi comuni sotto i 500 abitanti, bisogna vedere se è funzionale e utile la persistenza di numerosissimi piccoli Consorzi, Aziende ed Agenzie; bisogna valutare se sono funzionali tutte quelle province di ridotte dimensioni, inferiori ai 500.000 abitanti e bisogna valutare se è funzionale uno Stato con una suddivisione in regioni che hanno così grandi differenze per dimensioni e popolazione. Infatti la Lombardia ha circa 9.950.000 residenti, mentre la Valle d’Aosta ne ha solo 130.000. Perciò, partendo dal presupposto che comuni, province e regioni siano organismi che bene devono amministrare un territorio ed una popolazione, non sarebbe meglio definirne le dimensioni minime? Provocatoriamente riassumo: perché non definire la dimensione minima in 500 abitanti per i Comuni, 500.000 per le Province e 1.000.000 per le Regioni definendo con legge l’obbligo di aggregarsi per raggiungere la dimensione minima. Oggi le regioni con meno di 1.000.000 sono 4 (Umbria, Basilicata, Molise e Valle d’Aosta) le province con meno di 500.000 abitanti sono 70 e i comuni con meno di 500 sono 850. L’invito è che si facciano serie riflessioni e non vorrei che si sacrifichi nell’arena a “mo’ di indifesi gladiatori” le province per distrarre l’attenzione da altri provvedimenti assai più pesanti per i cittadini e rispetto ai quali spero il Governo non abbia avuto la superficialità di analisi che ho verificato essere alla base di un provvedimento come quello della abolizione delle province. Rimango in attesa di vedere equità e giustizia e magari il dimezzamento del numero dei parlamentari, che spesso viene evocato e mai fatto, e una differenziazione tra la funzione della Camera dei Deputati e quella del Senato; oggi sono solo un doppione che molti ritengono essere privo di utilità. Auspico pertanto che venga fatta una riforma seria delle Istituzioni ai vari livelli conseguente a una approfondita analisi e una successiva riflessione tesa a modernizzare l’Italia. Brescia, 7 dicembre 2011 Il Presidente del Consiglio f.to Avv.  

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Redazione BsNews.it

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