Consigli per l’uso (Centro storico)

di Giorgio Olla – Un altro anno è passato, si ripete il rito delle luminarie in centro, i negozi aperti anche la domenica e qualche zampognaro che gira per la città strimpellando “Silent night”. Si ripetono anche i sondaggi che ci dicono se il panettone sarà più venduto del pandoro e quale parte della tredicesima sarà usata per pagare le bollette o per i regali natalizi. La crisi morde e tutti, commercianti e clienti, aspettano gennaio quando, insieme ai saldi, arriveranno anche le solite polemiche sulle Ztl, sui posteggi e la viabilità, sugli orari da cambiare e sui negozi etnici sempre più numerosi. Un vecchio medico alimentarista diceva sempre ai suoi pazienti: “Non si ingrassa da Natale a Capodanno ma da Capodanno a Natale”. La morale è che, per ottenere buoni risultati, conta quello che si fa durante tutto l’anno e non nei dieci giorni di festività dicembrine. Le notti bianche, la rivista dei commercianti “Stili di vita”, qualche evento qui e là; tutto in attesa della metropolitana, panacea di tutti i mali. Sufficiente? E soprattutto determinante? Dall’articolo pubblicato su questo numero della nostra rivista, dedicato a Brescia tra la fine del ‘200 e l’inizio del ‘300, si evincono alcune similitudini con la vita di oggi, tra le quali la più significativa è il conflitto tra Guelfi e Ghibellini, due fazioni ideologicamente contrapposte, schierate a sostegno del papato e dell’impero. Prendiamo a prestito questa storica contrapposizione per evidenziare l’attitudine degli italiani, in questo caso bresciani, a misurarsi da fronti opposti. Come quelli che oggi vedono da una parte coloro che vorrebbero l’area all’interno delle mura venete silenziosa e utile per i soli residenti, dall’altra coloro che hanno come unico obiettivo lo sfruttamento commerciale del centro storico. l centro storico: in via XX settembre c’era campagna, come in via Veneto e in via Cremona, a Lamarmora e in via Milano. Oggi, in centro i residenti sono poco più di ottomila, contro i duecentomila abitanti dell’intero comune e oltre quattrocentomila se comprendiamo l’hinterland. Non si può quindi considerare il centro storico appannaggio di una piccola minoranza – al cui interno c’è magari chi pretende che il bar sotto casa non apra un plateatico perché disturberebbe la “quiete pubblica” (in realtà “quiete privata”) –, ma non si può nemmeno pensare che le mura venete debbano essere un centro commerciale finalizzato esclusivamente ai desideri dei commercianti o agli interessi dei proprietari degli immobili che vendono o affittano senza preoccuparsi della destinazione che se ne farà. Il centro è un patrimonio di tutti i bresciani. Il centro è sinonimo di commercio? Sì, ma anche di servizi (bene che la Camera di Commercio rimanga, e male che se ne sia andata la “Banca”) e soprattutto di cultura e tempo libero. Vorremmo vedere una parte del centro diventare un “salotto”, senza alcun mezzo a motore, pubblico o privato, a scoppio o elettrico, senza permessi diurni per commercianti o per auto di servizio. Proseguiamo con l’ottimo esempio di corso Palestro, limitandolo però ad una zona circoscritta del centro, perché il centro di Brescia è troppo grande per essere interamente pedonalizzato. Vorremmo vedere alcune piazze o vie dove girano di giorno carrozzine, giocano bambini e passeggiano anziani e la sera vorremmo vedere la “movida” con locali e musei aperti, luci e cotillon. Tutto l’anno. Niente autobus, taxi o auto blu in corso Zanardelli o in Piazza Paolo VI. Per il resto del centro “accesso libero”, comprese le Ztl che non devono essere posteggi privati per i residenti. La rivitalizzazione del centro è soprattutto un percorso culturale di godimento e fruibilità per tutti i cittadini. L’Amministrazione Comunale dovrà governare questo processo a cui si dovranno adeguare i residenti, che devono valutare non solo gli onori, ma anche gli oneri del vivere in centro; da parte loro i commercianti, dovranno rinnovare la loro proposta, eventualmente riconvertendosi nell’offerta e soprattutto adeguando l’accessibilità alle loro attività, principio base del marketing regolato sì dalla facile raggiungibilità, ma anche dai tempi di apertura.

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Redazione BsNews.it

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