Un incontro tra arte, archeologia e moda; le “sculture in tessuto” di Roberto Capucci vivranno all’interno del Museo di Santa Giulia raccontando il processo creativo ispirato al mondo antico di uno dei maestri della moda e del made in Italy.

L’esposizione – dal titolo "Roberto Capucci e l’antico. Omaggio alla Vittoria Alata" – include 31 straordinari abiti-scultura e 10 inediti bozzetti e si distribuirà, dal 19 novembre al 18 marzo 2012, all’interno del Museo di Santa Giulia, iscritto dal 25 giugno 2011 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Questo incontro, reale e affascinante, tra antico e moderno si dipana nelle sezioni dell’Età Romana, Alto Medievale, nelle suggestive Domus dell’Ortaglia, nella Basilica longobarda di San Salvatore e nel Coro delle Monache, trionfo rinascimentale.

Tra gli abiti in mostra figureranno:

  • varie versioni del Peplo, ideato nel 1973 come abito in georgette ecru bordato di rosso scuro, dalle linee   tradizionali,emblema dell’ispirazione alla natura e all’antico, presentato nelle antiche stanze delle domus romane;
  • l’abito da sera Farfallone, un arcobaleno di colori in taffetas plissé, presentato a New York nel 1985, ed esposto in quest’occasione nel rinascimentale Coro delle monache;
  • l’abito-scultura Vestale, personalissimo omaggio di Capucci a Maria Callas, in taffetas di seta con una coda di oltre dieci metri, andato in scena nel 1986 all’Arena di Verona, esposto nel Coro delle monache. 

 

 

“Rivitalizzare i luoghi della cultura, attualizzarli con “performances” anche non convenzionali”, è secondo Francesca Ghedini, docente di Archeologia Classica presso il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova, il valore aggiunto di questo evento: “un’operazione che si qualifica subito per la forte impronta culturale: l’antico non è solo un palcoscenico per il moderno. […] Qui antico e moderno si toccano e si compenetrano sotto l’egida dell’immortalità della bellezza. L’esposizione delle creazioni di Capucci è pensata e proposta, all’interno di Santa Giulia Museo della Città, perché fra ciascun abito e il contesto in cui è inserito si stabilisca un dialogo fitto e continuo, un dialogo che possa suggerire associazioni e confronti non solo allo studioso o all’esperto di arte antica e moderna, ma anche, e soprattutto, al visitatore.”

La mostra, curata da Massimiliano Capella e Francesca Morandini, sarà articolata in cinque sezioni: L’Antico. Gli Ordini Architettonici. Le Stagioni. Fuoco, Terra, Aria e Acqua e Omaggio alla Vittoria Alata. Di quest’ultima sezione è protagonista l’inedito abito-scultura che Roberto Capucci ha voluto dedicare alla Vittoria Alata, bronzo del I secolo d. C., simbolo del Museo e della città di Brescia.

L’antico si profila come leitmotiv  della produzione di Capucci e come scelta cruciale del suo processo creativo, è lo stesso Capucci ad affermare: “i miei vestiti prendono a prestito dalla natura foglie, corolle, farfalle, insieme ai pepli delle statue antiche […]”, gli echi dell’antico si ritrovano in opere come l’Abito dorico, in raso beige modellato come una colonna con cinta di foglie (1978-1979), il Capitello corinzio, in charmeuse plissé beige con corpino ricoperto di foglie verde-oro stile corinzio (1989) o come il Capitello a paniere (1989) in mikado bianco con corpino a ventaglio in lamé a intarsi oro e argento, memore delle ornamentazioni a mosaico bizantini.

Massimiliano Capella, direttore dei Musei Mazzucchelli e ideatore del progetto, ripercorre il significato dell’Omaggio alla Vittoria Alata da parte di Roberto Capucci: “Nel marzo del 2011 l’incontro tra Roberto Capucci e la scultura simbolo della città di Brescia dà vita a 9 diverse illustrazioni (matite colorate e grafite su carta Fabriano, 50×70 cm, in mostra), stese nell’arco di un’unica giornata, sintesi delle diverse interpretazioni del panneggio antico, del chitóne e dell’himàtion. La linea tratteggiata è sempre molto precisa, il disegno si fa più marcato quando Capucci deve rendere la materia più consistente di taffetas, crêpe, sauvage o mikado, mentre si alleggerisce in uno sfumato per materiali più aerei quali georgette e organza. La scelta di ritrarre il corpo immaginario quasi sempre di profilo consente di sviluppare al meglio sulla carta l’invenzione delle ali, parte fondamentale della Vittoria bresciana. Dal progetto all’opera: la veste drappeggiata, sottilissima e probabilmente bagnata della Vittoria viene interpretata nell’abito-scultura con 25 metri di georgette di seta e 17 metri di mikado in tre diverse tonalità di verde, una di mauve e una di bronzo. In georgette sono la gonna-manto, le maniche e l’ampia scollatura, unica citazione fedele del chitóne della Vittoria, mentre per creare un contrasto cromatico e materico con la leggerezza della georgette Capucci sceglie il mikado mauve per la sottogonna rigida, per l’alta cinta e per le ali. Quest’ultime, doppiate e riccamente drappeggiate nei colori del mauve e del bronzo, si inseriscono nella scollatura posteriore sottolineandone il profondo taglio a V, contrapposto al taglio piramidale conferito dalle due code, sempre in georgette, che partendo dalle maniche si sviluppano fino a terra, amplificando il volume dell’abito-scultura”.

La statua dalla quale parte questo progetto esercita il suo fascino da diversi secoli; come spiega Francesca Morandini, responsabile delle collezioni e delle aree archeologiche del Comune di Brescia: il bronzo “riproduce una divinità femminile che, in origine e completa degli attributi oggi mancanti, ha appena inciso con uno stilo sullo scudo […], il nome di una vittoria militare o di un importante personaggio. […] Il corpo, formoso e sinuoso, è vestito da un leggero chitone lungo sino ai piedi, trattenuto all’altezza delle spalle da due fermagli non più conservati, forse in materiale differente dal bronzo; il gesto del braccio destro ha provocato la discesa del chitone e ha ampliato la scollatura, lasciando intravvedere il seno. La veste aderisce al corpo come se fosse bagnata. I fianchi e le gambe sono avvolti in un himation di maggiore consistenza tessile, che con profonde pieghe e drappeggi pesanti crea un voluto contrasto, anche chiaroscurale, con il torso della divinità […] I capelli sono raccolti sulla nuca, divisi con una scriminatura centrale, trattenuti superiormente da un diadema a fascia con inserite ad agemina foglie di ulivo in argento e rame, sono più soffici e scomposti sulle orecchie e verso lo chignon. Caratterizzano l’insieme della figura le due grandi ali piumate, fortuna di questa statua e nello stesso tempo motivo di grande discussione in merito alla sua origine e alla sua storia.   Sin dal momento della scoperta, avvenuta il 21 luglio 1826 presso l’antico tempio dedicato a Vespasiano nel 73 d. C., tutti gli eruditi locali e gli studiosi, che accorsero a ammirare la statua anche dall’estero, furono concordi nel ritenere le ali un’aggiunta rispetto alla statua originaria, e molti di essi ascrissero tale intervento all’imperatore Vespasiano, possibile donatore della statua alla città, dopo la vittoria sugli eserciti di Ottone e Vitellio nel 69 d. C. che l’aveva portato al comando dell’Impero”.

Il catalogo, edito da Allemandi, conterrà testi e approfondimenti sui temi della moda e dell’archeologia di Massimiliano Capella, Giusi Ferrè, Silvia Venturini Fendi, Francesca Morandini, Francesca Ghedini, Enrico Minio e Raffaella Sgubin. 

 

 

ROBERTO CAPUCCI E L’ANTICO. OMAGGIO ALLA VITTORIA ALATA

Brescia, Museo di Santa Giulia
19 novembre 2011 – 18 marzo 2012

orari: tutti i giorni ore 9.30 – 17.30. Chiuso tutti i lunedì non festivi

biglietti: intero € 8,00 . ridotto € 6,00 (per gruppi da 10 a 25 persone e convenzionati). Visitatori da 14 e 18 anni e oltre 65 anni € 4,00 – scuole € 3,00 (si concedono 2 gratuità insegnanti e/o accompagnatori per ogni scolaresca con l’aggiunta dell’eventuale insegnante di sostegno o assistente per lo studente disabile. Nel caso gli accompagnatori delle scolaresche siano più di due, si applicherà a questi l’ingresso ridotto a € 6,00). Ingresso + didattica € 4,50

informazioni e prenotazioni
+ 39 030 2977833/34 
www.robertocapuccielantico.com

 

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Redazione BsNews.it

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