Tagli ai comuni, conti al collasso. A Brescia oltre 9 milioni in meno

I Comuni sono ormai con l’acqua alla gola. I nuovi tagli previsti dalla manovra correttiva d’agosto stanno mettendo in seria difficoltà molte amministrazioni che non sanno più come far quadrare i conti. L’unica via d’uscita, a meno di non tagliare i servizi ai cittadini (che comunque qualche contraccolpo lo subiranno) pare quella di vendere i patrimoni comunali. I numeri, d’altronde, sono pesanti. Brescia, per esempio, si trova nelle casse 9 milioni e 368mila euro in meno, Lumezzane un milione in meno, Desenzano 700mila, Montichiari 600mila.

“Tra tagli e rispetto del patto di stabilità si parla di cifre molto alte per i Comuni lombardi, che incideranno pesantemente sui bilanci, sulla sopravvivenza dei servizi e sugli investimenti” ha commentato il Segretario Generale di ANCI Lombardia Pier Attilio Superti. In Lombardia la manovra sui comuni peserà per 994 milioni di euro, tra obiettivo del patto di stabilità (652 milioni) e taglio ai trasferimenti (342 milioni). Pro capite, si tratta di una cifra intorno ai 130 euro per abitante della regione.

“Si è scelto di rispondere alla crisi economica e finanziaria del paese facendo pesare i provvedimenti in modo eccessivo sulle autonomie locali, e sui Comuni in particolare – prosegue Superti – nonostante il comparto comunale sia l’unico a oggi ad avere presentato i saldi in attivo. I Comuni sono fatti oggetto di tagli che mettono in discussione gli stessi servizi e di tetti di spesa che bloccano gli investimenti. A questi ricordiamo che si devono aggiungere gli effetti dei tagli imposti alle Regioni e ai Ministeri che si scaricheranno sui Comuni”.

“Venerdì ANCI Lombardia parteciperà con gli altri Comuni alla manifestazione nazionale di Perugia e chiederà, insieme a province e regioni, l’apertura di un tavolo congiunto con Governo e Parlamento per la riforma in tempi brevi delle istituzioni, per eliminare duplicazioni di funzioni e vuoti di responsabilità che sono il vero spreco della politica, per definire con precisione le funzioni dei diversi livelli di governo coniugando l’autonomia nella gestione delle risorse alla responsabilità nel rapporto con i cittadini-elettori – conclude Superti – Chiederemo inoltre al Governo un nuovo patto di stabilità che non deprima più la crescita e gli investimenti e non metta in crisi la qualità e il livello dei servizi resi alle persone”.

I salti mortali che Brescia si apprestava a fare per recuperare le risorse e rispettare il patto di stabilità (58 milioni da recuperare) diventano ora una vera impresa. E la vendita di alcuni immobili (mercato dei grani) dovrà necessariamente essere accompagnata dalla vendita di alcune partecipazioni. E vendere quote di A2A non solo non è più un tabù, ma ogni giorno che passa sembra una necessità.  

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Redazione BsNews.it

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