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Bragaglio: “La commissione sul metrò? Iniziativa strumentale”

Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale della lettera del consigliere comunale Claudio Bragaglio (Pd) in merito alla proposta di una commissione d’inchiesta sui conti del metrobus. Un’iniziativa che nei giorni scorsi ha già visto un secco botta e risposta tra l’ex sindaco Paolo Corsini e l’assessore al bilancio Fausto Di Mezza.

Egregio Direttore,

nella discussione sui conti del Metrò l’assessore Di Mezza ha proposto una “Commissione di Inchiesta”. Evidente il tentativo di gettare un’ombra sulle  Giunte precedenti e su Brescia Mobilità, per presunte scorrettezze e conti non trasparenti.

Ma nell’ultimo Consiglio la maggioranza ha più volte sbandato, con il sindaco Paroli non convinto della proposta. Poi, come al solito, la vittoria dei “pasdaran” e al prossimo Consiglio si vedrà.

E la minoranza? Per nulla intimidita, ed il PD con Del Bono che giustamente rilancia. Verità e su tutto. Nessun timore. Si vedano tutti i conti, pure quelli che hanno accompagnato – in singolare coincidenza – l’accordo con ATI sulle contestate “riserve” e l’operazione della vendita delle azioni di Serenissima. Transazioni con stessi soggetti e stesse cifre. Quindi tutto alla luce del sole.

Ma la strumentalità  mostra subito la corda. Tant’è evidente l’assurdità d’una  Commissione di Inchiesta, fatta da una Giunta. Poi – ripeto – insistano pure. Nessun problema. Ma con l’obbligo, però, di spiegare  il perché ed il percome, su cosa s’indaga e su chi va a gravare il sospetto.

Intanto una Commissione di Inchiesta, prevista dallo Statuto, è strumento “principe” o d’un Consiglio avverso a una Giunta o d’una minoranza consiliare priva di strumenti per indagare. Non a caso ad essa viene assegnata la presidenza. Mentre una Giunta ha dalla sua – per legge – già tutti gli strumenti di controllo e di verifica, in primo luogo verso i dirigenti e le proprie società.

Ma se è proprio la Giunta a esigere tale Commissione, ciò significa una cosa chiara: o che la Giunta non è in grado di fare verifiche per via ordinaria o che i dirigenti del Comune si sarebbero sottratti agli obblighi di verità e di trasparenza ch’essi hanno nei confronti del Sindaco e degli Assessori, in quanto vertici  apicali della Amministrazione.

Quindi, la Giunta che con Di Mezza chiede – dopo ben tre anni di governo – una Commissione di Inchiesta si mette in un bel guaio perché deve ammettere o che la Giunta è stata del tutto impotente o che l’attuale dirigenza comunale è sospettata d’infedeltà amministrativa o d’incapacità.

Se, invece, la questione riguardasse “Brescia mobilità” il guaio non è da meno. Infatti stiamo parlando d’un vertice di centro destra (Prignachi e CdA di conio paroliano) e d’una dirigenza della società da mettere sotto inchiesta perché non avrebbe ricostruito con trasparenza i conti del Metrò. Anche qui per sospetta infedeltà, incapacità o per mancanza di trasparenza.

Se poi s’intendesse mettere “sotto processo” Corsini (sindaco) e Fermi (presidente di Brescia Mobilità) – e immagino sia questa la vera intenzione – si aprirebbero non meno problemi. Perché la questione non è tanto quella politica, ovvero chi era contro o a favore del Metrò. Si tratta – per quanto depotenziati con una legge ad personam da Berlusconi – di reati societari. Ovvero, dell’accusa evocata dal consigliere Toffoli  quando scrive di possibili “falsi di bilancio”.

Ma qui non si tratta solo di propaganda dozzinale esibita con fare disinvolto o ridanciano. O di opinabili, ma lecite e diverse valutazioni politiche. Si tratta di accuse di reati che vanno dimostrate. E in tutte le sedi, anche giudiziarie. Accuse su amministratori pubblici, dirigenti, professionisti e società di capitali che hanno, oltretutto, onorabilità professionale e interessi economici da tutelare. Si tratta d’un CdA che aveva tra i suoi amministratori una persona del valore dell’on. Piero Padula. O un esponente della minoranza come Amilcare Di Mezza.

In politica non esiste propaganda gratis! Altro che la storiella delle informazioni sulle “Riserve” che son arrivate alle minoranze non per vie istituzionali, ma volendoci far credere che “delatrice” fu una bianca cicogna che avrebbe depositato un plico anonimo sulla soglia dello studio dell’avv. Arcai.

Va inoltre ricordato che tutti gli elementi finanziari dell’operazione – a copertura dei finanziamenti statali e regionali – sono stati sempre verificati e asseverati del Comitato Interministeriale (Cipe), presieduto da Berlusconi, dalla Giunta della Regione Lombardia di Formigoni, con il voto di tutti gli assessori bresciani. Sottoscritti dalla Giunta Cavalli. Esaminati da Advisors. A meno di pensare che tutti quanti abbiano fatto scorrere per il Metrò centinaia di milioni di euro con una certa qual sbadata dabbenaggine. Quindi con “consapevole correità”, dovrebbe scrivere Toffoli!

Infine, va rilevato che il pasticcio riguarda pure un Consiglio destinato a sfidare l’imbarazzo del ridicolo. Il nostro Consiglio ha il primato italiano del maggior numero di Commissioni: ben dodici per 40 consiglieri! E ben tre di queste si occupano di aziende: Bilancio e aziende partecipate, Società controllate, Metrobus. Con due presidenti di opposizione (Capra, Rebecchi) e uno di maggioranza (Gallizioli). Tutte e tre titolate a metter le mani su tutto quanto riguarda il Metrò da poter rovesciare tutti i bilanci come un calzino! No, bisogna farne una quarta di Commissione – la tredicesima!- delegittimando le tre già esistenti!

Lo scopo d’un tal pasticcio? Semplice. Non san come far quadrare i conti sul Metrò, che non han voluto e che rischiano di far fallire, e fan volare gli stracci come alibi. Sono anche tentati dall’alzare la pesante pietra del sospetto su Corsini e Fermi. Auguri. Ormai si son fatti fin troppo bravi a farsela rovinosamente poi cadere sui propri piedi.

 

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Redazione BsNews.it

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