Metro, Di Mezza sfida Corsini: “L’ex sindaco deve rispondere a molte domande, sarà la storia a condannarlo”

Di Mezza "sfida" Corsini e mette sul tavolo le domande alle quali l’ex sindaco dovrebbe dare risposta. E’ questa la replica dell’assessore al Bilancio del Comune di Brescia dopo le accuse del parlamentare del Pd sul tema del finanziamento per la realizzazione del Metrobus.

“La tattica di Corsini ormai è chiara a tutti: è un cane che abbaia, ma non morde" scrive Di Mezza in una nota. "Da circa un anno l’ex sindaco di Brescia cerca di intimidirmi attraverso minacce di querele e richieste di risarcimento danni. Querele e denunce che puntualmente non si concretizzano. Mi auguro che questa volta alle parole seguano i fatti. La mia non è spavalderia o incoscienza, ma semplicemente la tranquillità che hanno coloro che sanno di essere nel giusto. Non esiste nessun giudice che possa condannarmi, semplicemente perchè dico la verità. Le critiche che muovo alla precedente Amministrazione, e quindi anche all’ex sindaco Corsini, non riguardano né la sfera personale né  tanto meno la moralità dei precedenti amministratori. Le mie sono critiche e accuse politiche che i bresciani hanno capito bene: ormai il re è nudo”.

“I dati ufficiali forniti da Brescia Mobilità – continua Di Mezza – parlano per la metropolitana di Brescia di un fabbisogno annuo di denaro pubblico di 54.800.000 euro, di cui 35.200.000 totalmente a carico del Comune di Brescia, da iscrivere nella parte corrente del bilancio. Brescia non poteva permettersi questa cifra né quando fu deciso di costruire la metropolitana, né oggi. Quindi come ha bene spiegato il sindaco Adriano Paroli nell’ultimo Consiglio comunale, il metrò non doveva essere costruito. Come fu possibile allora dare il via all’opera? Come si pensava di far fronte alle capitalizzazioni promesse a Brescia Mobilità e mai praticate? Come si arrivò a determinare il costo di vendita del biglietto a 1,90 euro quando oggi che siamo nel 2011 la normativa regionale lo blocca ad 1.40 euro? Si mise 1,90 per far tornare i conti? Perché nel 2007 Corsini firmò un contratto di servizio con Brescia Trasporti al fine di mantenere il prezzo di vendita del biglietto a 1 euro se le politiche tariffarie previste nel piano finanziario del 2004 dicevano il contrario? La decisione di rimandare il problema delle riserve a un arbitrato finale fu frutto di una scelta economica o fu dettato dalla non capacità di affrontare il problema e di lasciare la soluzione ai posteri? Se, come sostiene Brescia Mobilità, già dal 2005 si conoscevano le criticità del piano e la società prevedeva perdite milionarie nonostante il biglietto a 1.90 euro, fu giusto non rimodulare il piano finanziario? Fu serio non considerare nel fabbisogno finanziario della società i costi delle opere complementari? Perchè quando nel 2007 il Comune di Brescia incassò da ASM 70.000.000 di euro di dividendo straordinario non li usò per diminuire l’indebitamento di Brescia Mobilità? Perchè il mutuo iniziale di 220.000.000 di euro fu messo in capo alla società se fu il Comune di Brescia a garantire? Queste sono alcune domande a cui la commissione di indagine dovrà cercare di dare risposte. Su queste questioni l’ex sindaco è chiamato a rispondere di fronte alla città, possibilmente con dati e fatti, non con la solita zuppa delle minacce, querele e risarcimenti danni che per altro non temo, non fosse altro perché da avvocato, non praticante, mi permetto di far notare al professor Corsini che il reato di lesa maestà non è previsto dal nostro codice”.

“Sostenere oggi – conclude l’assessore – che la questione Metrobus fu gestita dalla giunta Corsini con insostenibile e insopportabile leggerezza e che questo provocherà nel bilancio comunale una voragine difficilmente sanabile non è certamente diffamatorio, ma semplicemente riportare la verità. Purtroppo per Brescia a essere condannato non sarà l’assessore Di Mezza, ma saranno Corsini e il suo piano finanziario: non verranno giudicati da un tribunale, ma saranno sicuramente condannati dalla storia”.

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Redazione BsNews.it

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