Strappi di catenine, Rolfi promette il pugno duro. E assicura: “La città è sotto controllo”

(a.t.) "La città è sotto controllo. Quella degli strappi di catenine – fenomeno dovuto soprattutto all’arrivo di profughi a Lampedusa – è la prima vera situazione di attenzione degli ultimi tre anni. Ma abbiamo già messo in atto tutte le contromisure del caso per fronteggiarla e siamo sicuri che la risolveremo in tempi brevi". Ad assicurarlo è il vicesindaco Fabio Rolfi che commenta così il problema degli scippi (soprattutto di prezioni) avvenuti nelle ultime settimane in centro. "Già da qualche tempo", assicura l’esponente del Carroccio, "due squadre di agenti sono impegnate su tre turni a pattugliare – in borghese – le zone più calde. E lo stesso sta facendo la Polizia". Un lavoro che sembra già avere portato qualche frutto. Negli ultimi due mesi, infatti, gli agenti della Questura hanno messo le manette a sette scippatori, mentre i vigili – giusto pochi giorni fa – hanno arrestato quattro tunisini per spaccio, trovando però nella loro abitazione anche diversi monili di dubbia provenienza. E proprio su questo sono in corso ulteriori indagini. "Il problema", chiarisce il vicesindaco, "è legato profondamente alla questione dei ‘profughi’ di Lampedusa e al grande flusso di tunisini, con o senza permesso (magari temporaneo), che si è riversato su diverse città del Nord. Per fronteggiare la situazione", continua, "stiamo lavorando su più fronti: oltre ai controlli per le strade e a quelli sui ricettatori, abbiamo previsto importanti interventi di prevenzione sugli edifici abbandonati, che sono spesso domicilio di delinquenti e sede di traffici illeciti. Nei prossimi giorni", aggiunge, "controlleremo alcuni stabili e li sgombereremo, ordinando poi l’abbattimento ai proprietari". Per Rolfi, però, resta comunque il nodo del quadro normativo e del funzionamento della giustizia. "Purtroppo", spiega, "il lavoro proficuo delle forze dell’ordine viene spesso vanificato dall’attività – certo legittima, ma spesso poco comprensibile – dei giudici, che in molti casi non condannano le persone arrestate a un solo giorno di galera. A questo", conclude, "vanno aggiunti i problemi legati all’abolizione del reato di clandestinità, che – al di là della questione della carcerazione – permetteva l’immediata espulsione degli irregolari, senza dover ricorrere alla poco utile misura dei fogli di via. Servono leggi più efficaci", conclude Rolfi, "ma anche un potenziamento del sistema dei Cie, visto che spesso – nella quotidianità – scontiamo il fatto che il centro milanese di via Corelli è regolarmente pieno".

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Redazione BsNews.it

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