“Sono indignata che si continui a tirare in ballo per il cinico gioco della politica la libertà e l’autodeterminazione delle donne e l’animo dei bambini che non hanno altro prezzo, se non quello dell’amore. E 80.000 Euro non pagano nulla”. Con una nota il consigliere comunale di Sel Donatella Albini interviene sui contributi stanziati dalla Loggia al Centro Bimbo chiama bimbo per sostenere iniziative antiabortiste.
ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO
Alla luce degli articoli di stampa comparsi sui giornali rispetto all’elargizione di circa 80.000 Euro da parte dell’Amministrazione comunale al Centro di Aiuto alla Vita il Bimbo chiama Bimbo, mi trovo costretta, per l’ennesima volta, ad esprimere tutta la mia indignazione per un gesto politico che tende a disprezzare la libera scelta delle donne sancita dalla Legge 194.
Oggi il nostro paese ha il numero più basso d’Europa di interruzioni alla gravidanza eppure gli attacchi alla libertà di scelta non sono finiti.
Voglio ricordare che la Legge 194 sancisce il diritto di potersi autodeterminare, di scegliere di interrompere una gravidanza, non sancisce il diritto di aborto, ma afferma l’autodeterminazione come principio etico di regolazione delle capacità procreative; definisce cioè un diritto di decisione che attiene alla sfera della responsabilità individuale. E’ una Legge che definisce una regola e determina un limite.
Ogni affermazione di principio sull’aborto, che prescinde dalle circostanze personali, sempre diverse da caso a caso, è crudele ed irricevibile.
Si può abortire per smarrimento, senso di estraneità, solitudine, spesso c’è una donna troppo giovane, troppo sola, con un carico di incertezze, di dubbi, di sofferenze. Basta guardare il dolore che sta dietro gli sguardi solo apparentemente spavaldi, il pianto silenzioso, il senso di colpa dichiarato; ma se i lavoro è sempre più scarso o precario, se i prezzi delle cose aumentano è il bisogno che si fa strada e quelle donne, anche attraverso la sofferenza della loro scelta di abortire, chiedono diritti, non elargizioni.
Venite, mi verrebbe da dire ai cosiddetti “difensori della vita” un giorno nei consultori o negli ambulatori degli ospedali, venite ma con silenzio e umiltà.
E’ veramente difficile non indignarsi con chi, anche da dentro le istituzioni, mette in discussione le battaglie vinte trenta anni fa, nel tentativo di adeguare l’Italia a paesi semplicemente moderni, dove si può divorziare, procreare con l’aiuto della scienza o non procreare con il permesso dello Stato, sostenere i più deboli con le tasse dei più ricchi, fare una famiglia anche se ci si ama tra persone dello stesso sesso.
Sono indignata che si continui a tirare in ballo per il cinico gioco della politica la libertà e l’autodeterminazione delle donne e l’animo dei bambini che non hanno altro prezzo, se non quello dell’amore. E 80.000 Euro non pagano nulla.
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