Grana Padano, senza forme “false” l’export raddoppierebbe
Una produzione complessiva che nel 2010 ha raggiunto circa 4 milioni e 350 mil forme. Un valore al consumo di quasi 2,4 miliardi di euro per un comparto che, in maniera diretta, occupa circa 40.000 persone se si considera anche l’indotto. Sono i numeri con cui il Consorzio Grana Padano si è presentato a ‘Tuttofood’ la rassegna del settore agroalimentare in programma alla Fiera milanese di Rho-Pero fino a mercoledì 11 maggio.
Il prodotto Dop più consumato del mondo, con un export che ha fatto segnare nel 2010 un +9,5% (per un totale di 1 milione e 300 mila forte esportate in tutto il mondo e un valore al consumo di circa 720 milioni di euro), “anche in un periodo in cui i mercati, ad ogni livello e in tutti i settori, faticano a decollare – sottolinea Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio Grana Padano – dimostra quanto sia importante puntare sulla qualità. Oggi, più che mai, Grana Padano è sinonimo di eccellenza del made in Italy a livello internazionale – conclude Baldrighi –. Solo puntando al top si può essere protagonisti positivi delle grandi sfide sulla competitività del sistema economico – produttivo”.
Un settore, quello agroalimentare, sempre più nel mirino della contraffazione: “Secondo le nostre stime – chiosa Stefano Berni, direttore generale del Consorzio – se fossero debellate le sempre più numerose imitazioni, il dato relativo al nostro export potrebbe arrivare addirittura a raddoppiare. Danni gravissimi, non solo per i nostri operatori, ma per tutto il made in Italy e, più in generale, per i consumatori”.
Da una elaborazione dei dati dell’Icc (Counterfeiting Intelligence Bureau, centro studi delle Camere di Commercio internazionali), è stato infatti stimato che i prodotti ‘taroccati’ rappresenterebbero il 10% degli scambi mondiali, per un valore di 433 miliardi di euro e che nel settore agroalimentare sono ‘falsi’ tre (sedicenti) prodotti italiani su quattro. Tra i più copiati ci sono proprio il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. “Rimane fondamentale – conclude Stefano Berni – poter contare su regole certe per evitare, oltre alla contraffazione, quelle che definirei ‘scimmiottature’. Ecco perché il provvedimento sull’etichettatura approvato nei mesi scorsi in Parlamento raccoglie tutto il nostro favore. Al consumatore si devono fornire tutte le informazioni affinché possa scegliere liberamente e in sicurezza cosa acquistare”.