Onofri: pronto a dialogare con tutti sulla Loggia, ma se non ci saranno le condizioni non mi presenterò nemmeno

(a.t.) La sua presenza alle prossime elezioni comunali non è ancora certa. Perché di mezzo ci sono una scelta di vita e una scelta “politica”. Ma Francesco Onofri – candidato sindaco alle scorse votazioni con l’”Associazione Civica Brescia” – è certamente uno dei protagonisti della vita pubblica della città. Bsnews.it l’ha intervistato sulla situazione di Brescia e sui prossimi scenari amministrativi.

 

IL NODO DELLA PRESENZA ALLE PROSSIME COMUNALI

 

“Sto ancora ragionando sul fatto di presentarmi o meno alle prossime comunali”, spiega Onofri, “e le ragioni sono sia soggettive sia oggettive. Premesso che qualsiasi decisione verrà presa di concerto con il direttivo e gli associati, devo compiere prima di tutto una scelta di vita. Perché è chiaro che la mia professione (avvocato, ndr) e gli impegni familiari vanno conciliati con l’eventualità di un incarico amministrativo. E si tratta di una scelta impegnativa. Accanto a questo fattore, poi, va poi considerato un altro elemento. Una lista civica nasce, per definizione, dall’impegno di cittadini che vogliono fare qualcosa per la loro comunità in maniera disinteressata. A livello locale si deve discutere in maniera aperta di questioni concrete, non certo di ideologie. Se la logica sarà questa sono pronto a ragionare con tutti, se invece di qui al voto prevarrà l’istinto di una certa parte dei partiti ad agire in maniera diversa – dedicando tempo ed energie a scambi, compensi e contrapposizioni politiche – non è mia intenzione ripresentarmi”. Ma c’è un terzo elemento che Onofri mette sul piatto. Ed è quello della necessità di unire gli sforzi. Perché in qualsiasi caso “qualora il quadro fosse quello della scorsa tornata, con un undici candidati sindaco e un numero impressionante di civiche e formazioni minori divise su più fronti, preferirei starmene a casa”.

 

LA QUESTIONE DELLE “ALLEANZE”

 

Onofri si dice pronto a dialogare con tutti. Anche con entrambi i poli. Ma la premessa è che “difficilmente accetteranno le mie condizioni, perché significherebbe per diversi di loro rivoluzionare il loro modo di ragionare ed agire”. L’alternativa è quindi quella di un rassemblement civico. Ma resta da capire chi sarà in campo e con chi si potrà concretamente discutere. “Evidenzio con orgoglio”, sottolinea Onofri, “una nostra peculiarità. Ci sono iniziative di singoli o più strutturate, come quella della Castelletti, ma noi forse più di altri – se si escludono i partiti maggiori – abbiamo all’interno del nostro gruppo un quadro di figure con competenze elevate in materie come l’urbanistica, i bilanci, la sanità, il mondo delle aziende e via dicendo. Questo non significa per forza di cose che il fulcro di un eventuale progetto civico dobbiamo essere noi. Ma trovo interessante discutere di un percorso comune, perché la divisione sarebbe suicida”.

 

Quanto ai possibili alleati, commentando i nomi che bsnews.it gli ha proposto, Onofri spiega che:

 

Civica per Brescia: “Le nostre strade si erano divise in occasione delle scorse comunali, ma nel tempo con Braghini abbiamo recuperato un ottimo rapporto e mi pare di poter dire che lui oggi è disposto a seguire la nostra iniziativa”.

Lista Castelletti: “Con Laura il rapporto è ottimo, ci sentiamo spesso e abbiamo messo in campo diverse iniziative comuni su temi specifici. Anche lei, come me, ha le sue condizioni per discutere di accordi. Ma io e la Castelletti non abbiamo ancora discusso dell’ipotesi di alleanze”.

Luigi Recupero: “Non ho avuto modo di conoscerlo di persona, le mie informazioni sono basate unicamente su quanto ho letto sui giornali. Certo il suo percorso è diverso dal mio: lui esce da un sistema che critica soltanto ora e qualche domanda su questo me la pongo. Ma dice cose che in gran parte condivido e se ha intenzione di metterle in atto sono pronto a discuterne con lui”.

 

IL “GIUDIZIO” SU MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE IN LOGGIA

 

Maggioranza. “Mi pare che la maggioranza stia cercando di lavorare per realizzare il programma elettorale. Ma devo rilevare che a tre anni dal voto difficilmente si realizzeranno i grandi obiettivi su cui hanno costruito il loro progetto: penso alla nuova sede unica, al parco dello sport, al parcheggio sotto il castello e, forse, anche all’abbattimento delle torri di San Polo. D’altra parte vedo un atteggiamento collaborativo da parte degli assessori, che hanno sempre preso parte alle nostre iniziative dimostrando disponibilità al dialogo sui temi concreti. Inoltre sul lavoro quotidiano credo che non stiano lavorando in maniera negativa. E rilevo come anche la Lega – un movimento dipinto come chiuso a certe dinamiche – abbia usato, tramite il vicesindaco Rolfi, parole di apertura su un tema come quello della necessità della nostra università di aprirsi all’estero e attenzione alle Ong sulla cooperazione internazionale”.

 

Opposizione: “Trovo interessante il percorso avviato dal Pd per discutere con la città su temi concreti e condivido diverse obiezioni di merito che avanzano alla maggioranza, a partire da quelle su alcune grandi opere. Vorrei capire, però, se il Pd è seriamente intenzionato a costruire sin da subito una valida alternativa di governo a Paroli attraverso un approccio diverso sulla futura squadra di governo. Il nodo è se il partito vuole semplicemente riproporre lo schema con cui si è costruita la candidatura di Del Bono oppure se è seriamente intenzionato a provare a sparigliare i giochi aprendosi a realtà civiche, che evidentemente sono il termometro di un’insofferenza a logiche superate che loro e gli altri partiti oggi non riescono a interpretare”.

 

ALCUNI NODI AMMINISTRATIVI E LA METRO

 

Tra i temi concreti che pone Onofri ci sono le grandi opere. “La sede unica e il parco dello sport”, chiarisce, “nascono da accordi con privati che dovrebbero farsi carico delle spese in cambio di volumi edificatori in altre parti della città. Credo che difficilmente questa logica potrà realizzarsi in una realtà in cui ci sono oggi migliaia di metri cubi invenduti. E comunque il prezzo da pagare sarebbe quello di una ulteriore, forte, cementificazione del territorio. Inoltre credo che ogni scelta di questo tipo dovrebbe essere declinata in funzione di quella del metrobus. Ogni anno, infatti, la metro potrebbe costare alla città 30 milioni di euro e le decisioni vanno orientate sulla base di questo dato e della necessità di vendere più biglietti possibile per ridurre l’esborso pubblico. In questo senso non capisco che senso abbia spostare lo stadio da una zona in cui è prevista la fermata a un’altra che vede la fermata più vicina a circa un chilometro, e lo stesso discorso – se si pensa agli uffici di via Marconi – vale per la sede unica. Comunque non sono contrario a priori al parco dello Sport, se realizzato in una certa maniera e puntando sugli sport minori. E allo stesso modo penso che il parcheggio sotto la galleria potrebbe essere un’idea interessante se i costi non fossero proibitivi, come invece pare”.

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Redazione BsNews.it

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